Le orge del prete: ex amanti lo accusano

PADOVA. «Anch’io ho fatto sesso con don Andrea. Un sesso sempre più estremo fatto di botte, schiaffi, sputi e giochi erotici. Un sesso finito quando lui, volendo sempre di più, pretendeva che lo facessi con altri uomini... Mi sono rifiutata».
Spunta un’altra donna nella doppia vita di don Andrea Contin, 48 anni, ormai ex parroco di San Lazzaro, quartiere nella periferia est di Padova, indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione dalla procura di Padova guidata da Matteo Stuccilli.
Giovedì il prete, originario di Busiago di Campo San Martino, si è autosospeso dopo un colloquio con il vescovo Claudio Cipolla, mentre i carabinieri si sono presentati nella sede della Diocesi per acquisire documenti.
La testimone chiave. È una padovana, classe 1965, frequentatrice della parrocchia di San Lazzaro. Una parrocchia guidata negli ultimi 11 anni da don Andrea, chiamato a prendere il posto di don Paolo Spoladore, noto come Dompa o don Rock, padre di un figlio riconosciuto solo grazie a una sentenza del tribunale, oggi guru spirituale con un vorticoso giro d’affari e quartiere generale a Santa Maria di Sala nel Veneziano, ridotto dalla Diocesi allo stato laicale. La 51enne è la testimone chiave dell’inchiesta avviata dal pm padovano Roberto Piccione: non ha denunciato il parroco ma ha confermato il racconto della 48enne padovana firmataria della querela contro il sacerdote, anche lei della comunità di San Lazzaro. Il sospetto è che don Andrea offrisse le “sue donne” ad altri uomini. Per soldi. Per ora, oltre alla violenza privata, il reato contestato è il favoreggiamento della prostituzione. I carabinieri stanno cercando di identificare altre vittime (presunte, finché non c’è una condanna) e di individuare gli uomini che partecipavano agli appuntamenti hard organizzati dal parroco.

Le orge. Un parroco che amava incontri di sesso estremo e orge, spesso filmati. Ecco perché durante la perquisizione in canonica avvenuta mercoledì mattina, gli inquirenti hanno sequestrato diversi supporti informatici che – si sospetta – potrebbero contenere i filmini realizzati durante quei tête-à-tête di sesso sadomaso o di gruppo avvenuti sia nell’abitazione del prete sia a casa delle amanti. E hanno sequestrato cellulari e pc del parroco, compreso il materiale recuperato nella cosiddetta “stanza dei giochi”: vibratore, falli di plastica, collare e manette.
Le amanti del prete. Sesso tra violenza e costrizione con filmini porno casalinghi. Due donne accusano il prete: la prima, 49 anni, forse illusa e poi disillusa dall’amore di don Andrea, ha firmato contro il sacerdote la denuncia destinata a innescare l’indagine: la relazione durava dal 2012. La seconda, 51 anni, individuata durante gli accertamenti provocati dalla querela presentata il 6 dicembre, ha confermato il racconto della prima. Che cosa hanno in comune le due donne? Entrambe italiane e fedeli della parrocchia di San Lazzaro, alle spalle hanno una storia analoga: annaspando tra problemi personali ed economici, si erano rivolte al parroco per trovare aiuto durante una difficile separazione. E lui il sostegno non lo aveva negato: sempre disponibile all’ascolto, dopo un primo abbraccio, il secondo era diventato più affettuoso e avvolgente, poi una mano era finita sulla coscia nell’incontro successivo e via un passo ancora oltre. Le due donne – che non si frequentano – sarebbero finite in balìa del prete tanto da accettare rapporti sessuali con altri uomini a pagamento. Un prete che le avrebbe costrette al sesso estremo. Nude, collare al collo e stivali bianchi: ecco la mise che prediligeva per le sue donne secondo il racconto della 48enne amante, che ha firmato un verbale di otto pagine ricco di dettagli scabrosi. La perquisizione ha confermato quel resoconto: oltre al resto, nella canonica sono stati trovati anche gli stivali (tacco vertiginoso e colore bianco, perfetto stile prostituta) e il collare comprati in un sexy shop.
L’inchiesta. In Curia i carabinieri, arrivati ieri intorno a mezzogiorno, sono rimasti una quarantina di minuti: hanno acquisito documenti per verificare se risultassero esposti nei confronti di don Andrea che si è affidato al penalista Michele Godina. Sul conto della sua accusatrice, l’ex parroco ha fatto sapere agli investigatori che era lei a procurarsi altri uomini: non era necessario che lo facessi lui. Accertamenti in corso pure su minacce e un’aggressione denunciate dal prete nel passato.
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