Le strade venete tornano all’Anas: l’allegra ritirata dell’autonomismo

Analisi della decisione della Regione di restituire 700 km di viabilità allo Stato, facendo finta che l’Anas sia un modello di buona gestione
tome agenzia foto film treviso cotrollo lavori cavalcavia sant'angelo veneto strade e assesore de berti in foto lavori in tangenziale
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VENEZIA. Chiedo scusa, mi sono distratto. Non mi ero accorto che l’Anas fosse diventata un modello di gestione efficiente e che lo Stato fosse tornato a essere - nel Veneto patria degli autonomisti - la tetta alla quale attaccarsi e alla cui generosità affidarsi.

Perché qualche cosa deve essere pure successo, nella testa di chi ci governa e di chi sta sui banchi della opposizione in Consiglio regionale, se a meno di 20 anni di distanza dalla costituzione della società Veneto Strade (quasi) tutti esultano per la restituzione del bastone del comando all’Anas nella gestione di una rete di 700 chilometri di arterie viabilistiche di primaria importanza in Veneto.

Ma dove è finita la orgogliosa rivendicazione di autonomia - in primis sul versante delle infrastrutture- che ha caratterizzato la stagione politica nell’ultimo quarto di secolo?

Non sarà che - per dirla con il libretto scritto dal trevigiano Lorenzo Da Ponte per il mozartiano “Don Giovanni” - siamo diventati “pure i deboli di testa”.? Ossia: deboli di pensiero e nulli di riflessione/discorso politico pubblico. Tema che non riguarda purtroppo solo la classe politica, che si riassume quasi in toto nella figura del dominatore/governatore Luca Zaia, ma più in generale nel ceto dirigente. Silente dinanzi a un panorama di mesto ordinario tran tran.

L’assessore alle Infrastrutture della Regione Veneto, Elisa De Berti, presentando nei giorni scorsi l’accordo secondo il quale consegna ad Anas il 51% di Veneto Strade SpA, osservava che “la riclassificazione della rete si traduce nel trasferimento a carico del Contratto di Programma Anas-MIT dei costi di gestione e manutenzione dei 700 chilometri riclassificati per una cifra annua di circa 21 milioni di euro, oltre a investimenti di manutenzione programmata per 10 milioni di euro/anno, con la previsione di uno specifico stanziamento complessivo per l’esercizio 2018-2022 pari oltre 100 milioni di euro”.

Che ci sarà da gioire per una autentica ritirata? Forse che il Veneto è una landa desolata e incapace di dotarsi autonomamente delle finanze necessarie per manutenere le strade e sostenerne l’ammodernamento?

La vulgata (veritiera) afferma che il bilancio della Regione Veneto è ormai rigidissimo e senza capacità di spesa coerente con una delle aree più ricche e dinamiche d’Italia e d’Europa. Ma davvero i veneti non accetterebbero una (contenuta) addizionale Irpef a fronte di un plausibile e ambizioso piano per le infrastrutture stradali e ferroviarie?

Suvvia, abbiamo fatto le prove generali di questa ipotesi appena nella primavera del 2017 e nessuno per protesta si era incatenato ai lampioni stradali. A beneficio della memoria collettiva ricordo che la  Giunta regionale veneta “per il rilancio e il completamento della Superstrada Pedemontana” aveva annunciato un mutuo di 300 milioni di euro con la Cassa depositi e prestiti, sostenendo le rate del mutuo con una manovra sull'addizionale Irpef. Lo ha annunciato oggi al Consiglio regionale il presidente Luca Zaia”. Comunicato della Regione Veneto datato 7 marzo 2017.

La manovra, ha spiegato all’epoca il governatore, "servirà a finanziare anche tutti i settori che hanno subito tagli dallo Stato". La manovra sull'addizionale Irpef dovrebbe partire dal 2018, prevede l'intervento solo sui redditi superiori ai 28.000 euro, con "i circa 120.000 contribuenti oltre 55.000 euro che garantiranno la quasi totalità del gettito".

"La partita sarà comunque temporanea, prudenziale e modificabile" ha aggiunto Zaia nemmeno tre anni fa. Non se ne fece nulla, perché Zaia trovò un diverso percorso per finanziare il completamento della superstrada pedemontana veneta.

Ma davvero i veneti non capirebbero se la medesima modesta addizionale Irpef fosse la vena per alimentare un piano dedicato alle infrastrutture stradali e ferroviarie venete? Davvero occorreva consegnarsi in modo inverecondo all’Anas e allo Stato? E aggiungo per sovrammercato: davvero occorreva abortire il Sistema ferroviario regionale metropolitano (Sfmr), sempre con l’alibi del soldo che non abbiamo? Ma l’attitudine ancillare della Regione verso Anas fa il paio con quella verso Fs.

Naturalmente non ci può sfuggire che la consegna di Veneto Strade a Anas fa parte di un disegno o di un asse strategico con l’ente statale per la gestione del sistema autostradale in Veneto. Ma ci piacerebbe che fosse un discorso politico pubblico a chiarirne i contenuti, i prezzi, gli obiettivi.

Zaia coltiva l’idea di costituire un polo autostradale che, partendo da Cav (Passante di Mestre, società che ha in cassa 123 milioni di euro di riserve straordinarie), acquisisca le concessioni di Superstrada pedemontana veneta e spodesti i sempre più invisi e indifesi Benetton dalla tratta ricchissima Brescia-Padova e magari si candidi a realizzare e cosiddette “bretelle del mare” e quant’altro la sciagurata stagione dei progetti in project financing ci ha lasciato.

Solo nelle auto della scuola guida esistono i doppi comandi, nelle società comanda uno soltanto. E scommettiamo che comanderà Anas in questo vagheggiato polo. La Regione incasserebbe politicamente, poiché con i pedaggi pagati da noi avrebbe una cassa per opere infrastrutturali e dividendi connessi. Ma concludo citando Totò: siamo uomini o casellanti?

Riguardo alla efficacia di Anas, suggerisco infine la lettura del comunicato stampa datato 7 luglio 2009: ne ho scelto uno che dati almeno un decennio, posta la estrema difficoltà a realizzare opere pubbliche in Italia. Controllate quanta parte degli impegni di Anas 2009 sono stati realizzati. Non serve alcun commento, ma è possibile ridere o piangere.

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Comunicato Anas 7 luglio 2009

“Il Veneto è una delle regioni italiane alle quali l’Anas riserva la maggiore attenzione: tra lavori stradali e autostradali in corso, in fase di avvio e programmati, si arriva a 6,6 miliardi di euro, di cui 3,6 miliardi relativi alla rete Anas e 3 miliardi relativi alla rete autostradale in concessione”. È quanto ha dichiarato il Condirettore Generale dell’Anas Stefano Granati, a margine della cerimonia di apertura al traffico del IV Lotto della Variante di Portogruaro (che ha inizio dall’innesto con la ex strada statale 251 ‘di Zoldo e della Valcellina’ e termina raccordandosi con la ex strada statale 463 ‘del Tagliamento’).

Nell’ultimo triennio nella Regione Veneto l’Anas ha aperto al traffico 20 nuove strade o tratti stradali di grande importanza, per un importo complessivo di oltre 374 milioni di euro.

Attualmente i lavori in corso o di prossimo avvio sono pari a circa 130 milioni di euro (oltre 105 milioni per nuove opere e circa 20,5 milioni per lavori di manutenzione).

Il programma Anas, secondo quanto recentemente dichiarato dal Presidente Pietro Ciucci, ampliato in accordo con il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, prevede in Veneto, di qui al 2011, interventi per oltre 1.800 milioni di euro, di cui 1.750 milioni per nuove opere e circa 80 milioni per la manutenzione della rete. Tra queste opere figurano, nella programmazione ordinaria:

• la Variante di Campalto, il cui bando di gara verrà pubblicato una volta ottenuto il definitivo via libera della Conferenza dei Servizi previsto per il 22 luglio prossimo;

• la variante di Tessera e il 3° lotto della Variante di San Donà di Piave sulla strada statale 14 “della Venezia Giulia” che, insieme al completamento della variante di Portogruaro e alla variante di Campalto, consentiranno il definitivo ammodernamento e messa in sicurezza di questa fondamentale arteria;

• la variante di Vittorio Veneto;

• il 2° lotto della variante di Feltre; le opere di connessione della variante di Bassano del Grappa in Valsugana;

• la variante di Zuel;

• la variante di Longarone;

• la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Adige e il collegamento alla A13 Padova-Bologna tra le province di Padova e Rovigo.

Nell’ambito della programmazione prevista nella Legge Obiettivo, l’Anas è al lavoro anche su altre opere. In particolare, per quanto riguarda la strada statale 47 “della Valsugana”, nel tratto compreso tra la zona industriale di Campese a Bassano del Grappa e Pian dei Zocchi, il progetto preliminare è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Anas e per la quale sarà necessario un finanziamento di circa 600 milioni di euro.

È in dirittura d’arrivo, inoltre, il progetto preliminare della Variante all’abitato di Cortina d’Ampezzo, del valore di 591 milioni di euro, che è stato adeguato alle prescrizioni previste dalla Regione, dal Ministero peri Beni e le Attività Culturali e del Comune e che verrà prossimamente trasmesso al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Infine, è da ricordare che il Consiglio di Amministrazione dell’Anas ha approvato il progetto preliminare per la realizzazione del Corridoio di Viabilità Autostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre, opera che verrà realizzata in nove anni attraverso il project financing. L’investimento complessivo stimato per la realizzazione dell’infrastruttura supera i 9 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi di euro saranno impiegati per la realizzazione del tratto veneto.

È rilevante anche il programma di potenziamento della rete autostradale veneta che, grazie al recente rinnovo delle convenzioni operato dall’Anas, prevede investimenti complessivi fino al 2016 per oltre 3 miliardi di euro, con la costruzione di più di 160 km nuovi o da ammodernare. Tra gli interventi figurano:

-  l’autostrada della Valdastico Sud e Nord;

• il tronco Pordenone-Conegliano dell’autostrada A28 Portogruaro-Pordenone-Conegliano;

• il tratto veneto della terza corsia della A4 Venezia-Trieste;

• il tratto veneto del raccordo autostradale tra l’autostrada della Cisa A15 (località Fontevivo-Parma) e l’autostrada del Brennero A22 (località Nogarole Rocca-Verona);

  • il nuovo svincolo di Montecchio Maggiore sull’autostrada A4 Brescia-Verona-Vicenza-Padova

 


 

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