Lega: sindaci e veterani nelle liste del presidente Ecco i candidati di Zaia

Premiati la fedeltà alla causa e il radicamento sul territorio Coletto, Ciambetti, Finozzi: tre gli assessori veneti in corsa
Di Filippo Tosatto

VENEZIA. Alla vigilia della sfida decisiva, Luca Zaia si affida ai veterani, premiando la fedeltà alla causa leghista e il radicamento sul territorio dei candidati. Nelle posizioni di punta delle tre liste di stretto riferimento al governatore - Lega Nord, Lista presidenziale, Sindaci per Zaia - prevalgono militanti e amministratori collaudati.

Nel Padovano competono Roberto “bulldog” Marcato (presidente del Consiglio comunale nel capoluogo) e Fabrizio Boron (assessore e uomo di fiducia di Massimo Bitonci); i dirigenti Arianna Lazzarini, responsabile organizzativa del partito, ed Emanuele Rosina segretario della circoscrizione estense; i sindaci Giuseppe Pan (Cittadella), Gabriele Bassi (San Pietro in Gu), Roberto Miatello (San Giorgio in Bosco), Paolo Tonin (Campo San Martino). Nel Trevigiano spazio al battagliero presidente del Consiglio provinciale Fulvio Pettenà, al consigliere uscente Gianpiero Possamai e a un trio di sindaci: Marco Serena (Villorba), Alessandro Bonet (Godega di Sant’Urbano), Marica Fantuz (Meduna di Livenza). Il sindaco di Musile di Piave, Gianluca Forcolin, guiderà la sfida nel Veneziano, spalleggiato da Giorgia Andreuzza (assessore in Provincia) e Alberto Semenzato, il segretario provinciale leghista. Folto il plotone vicentino, con gli assessori regionali uscenti Roberto Ciambetti e Marino Finozzi, il consigliere Nicola Finco, il vicesindaco di Rosà Manuela Lanzarin. A Verona, nel covo del rivale Tosi, se la vedranno l’assessore alla sanità di Palazzo Balbi Luca Coletto e Alessandro Montagnoli, già sindaco di Oppeano e parlamentare. A Belluno invece rispunta Gianpaolo Bottacin (ansioso di rivincita dopo l’epurazione tosiana), spalleggiato dagli ex parlamentari Gianvittore Vaccari e Franco Gidoni. Infine Cristiano Corazzari, commissario del Carroccio polesano, in pole a Rovigo. Evidente la volontà zaiana di serrare le fila: nella sua visione, i candidati - oltre a mietere voti - dovranno garantire unità e compattezza al futuro gruppo consiliare, sgretolatosi nella legislatura appena conclusa.

Nel frattempo, a Palazzo Balbi, ha fatto capolino il governatore lombardo Roberto Maroni, che non ha nascosto l’ottimismo: «Per scaramanzia dovrei dire “vediamo il 1 giugno” ma non mi nascondo, Luca è bravo e sono certo che vincerà», le sue parole a margine dell’incontro con l’omologo veneto. Sulla strada di Zaia, però, c’è Flavio Tosi, a lungo fedelissimo maroniano: «Credo che Flavio abbia commesso un grave errore politico e personale che lo condannerà alla sconfitta e all’oblio. Ho cercato di dissuaderlo e mi dispiace, perché è un amico, ma drammaticamente è così. Non è l’ambizione personale ma l’elettorato a decretare se puoi continuare o no», la conclusione di Bobo.

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