L'Hotel Vienna riaprele lucciole se ne vanno

A metà di via Beato Pellegrino, dopo le case dai grandi giardini nascosti e dalle eleganti ristrutturazioni, fino a qualche tempo fa c’era una sorta di enclave che ospitava un tot di mini abitati da prostitute, e c’era il Vienna, albergo del libero scambio, che soprattutto nell’ultima gestione cinese offriva un campionario di degrado da manuale. Adesso le cose sono parecchio cambiate: le prostitute, molte delle quali italiane, non ci sono più e hanno lasciato il posto a famiglie di filippini. Gente che lavora. E il Vienna è un cantiere, i lavori dovrebbero finire in dicembre e diventerà un hotel con tutti i crismi e gli ospiti conseguenti. L’ex artistico in via Pietro Canal diventerà una casa dello studente che si porterà dietro un via vai di ragazzi e l’ex ospedale geriatrico diventerà sede universitaria. Insomma, è in arrivo una botta di vita a rallegrare la seconda metà cenerentola di via Beato Pellegrino.
«Molti stranieri non proprio raccomandabili abitano in via Citolo da Perugia e qualcosa arriva anche qui, ma resta una via tranquilla - racconta Danilo Dorigo, 65 anni, la cui famiglia abita al civico 145 dal 1903 - Questa casa mio padre la comperò per 28 mila lire». Dorigo è un personaggio a Padova: suo nonno Sante fu il primo ostricaro, poi gli subentrò il figlio Lorenzo detto Cencio, in via Marsilio da Padova con pescheria sotto il Salone, e poi arrivarono i nipoti, Danilo appunto e il fratello Dino che chiusero l’attività nel 1994 per via dell’affitto proibitivo (6 milioni e mezzo). «La via si sta ripopolando - commenta un residente, Paolo Ganguzza, 70 anni, ex insegnante di Lettere - Ci sono stranieri, asiatici, gente perbene. Ci sono negozi che chiudono, ma molti che aprono. E poi c’è vita di quartiere, ci si saluta, c’è fiducia reciproca e il casolino che chiude alle 13.30 è quasi un servizio sociale».
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