Linguaggio calcistico per organizzare il sistema dei furti

VENEZIA. Allenamenti, partite, panchine: al telefono utilizzavano il calcio per mettere su la squadra per i furti di carburante. Con gli acquirenti, invece, parlavano di pane, salame e soppressa. E per i pestaggi intimidatori di ghiaccio: «Ciccio è scivolato andando fuori casa».
Il cuore delle prove d’accusa è nelle intercettazioni, come ricostruite nell’ordinanza firmata dalla gip Roberta Marchiori.
C’è la fase del rifornimento. «Heilà, buongiorno attaccante super del tridente, della squadra, della Serenissima», dice Marco Bergamo (titolare del badge d’ingresso) a Natalino De Vidi (camionista), in una delle tante telefonate pre-prelievi, «siccome stiamo facendo la squadra, volevo sapere se giochi o stai in panchina?», «se ci sei siamo in 5 contro 5, siamo giusti!». «Dai ci sono tranquillo», la risposta.
E c’è la fase della vendita. Nel marzo 2012 Bergamo chiama Marino Asti (officina Mdm), informandolo che andrà a prendere «un salame con l’aglio e una soppressa», «ti interessa o hai il colesterolo?». Asti risponde che, sì, porterà il pane e nel pomeriggio Bergamo gli cede due barili di prodotto, sotto gli occhi degli investigatori della Digos, che hanno seguito passo passo, per mesi, i furti e persino la preparazione e i “festeggiamenti” per il brutale pestaggio intimidatorio di Gianluca Finotello, camionista fuori dai giochi, collega alla “Tiesse srl” di quei Flavio Acerboni e Fabrizio Perissinotto tra i protagonisti dell’inchiesta. Perché proprio Finotello sia stato picchiato selvaggiamente fino a finire 6 giorni in Rianimazione, gli investigatori non lo sanno, ma il contesto era la “caccia alla spia” che si scatena tra i sodali della combine quando - nell’autunno del 2011 - al cellulare di Giuseppe Da Lio (impiegato Petroven) arrivano due sms: «Bergamo Bonaldo Acerboni e Ferri ti stanno per svuotare il deposito. Guarda la telecamera controlla il sistema come facciamo noi e vedi. Sveglia», «fatto tutto anche stamattina alla 1». Gli investigatori scopriranno che i messaggi partono dal cellulare in uso a un autotrasportatore della ditta “Pattarello snc”. Tant’è, a finire nel mirino è Finotello - scrive la gip Marchiori - «picchiato su ordine di Acerboni e Perissinotto, i quali successivamente alla rapina si sono adoperati con Andrea Faraon per pagare gli autori materiali del pestaggio. Dall’insieme delle telefonate risulta che a mettere in contatto uno dei picchiatori (Francesco Gheno) con Acerboni è stato Maurizio Danesin». C’è allarme, tra i sodali. «Andrea, te lo ripeto l’intenzione era quella di farci del male, tanto male...non ci sono riusciti per il rotto della cuffia», dice Acerboni a Faraon, «...a volte quando ci penso mi vien la pelle d’oca e dopo sorrido», «siamo stati fortunati, la loro intenzione era di metterci tutti in ginocchio», «siamo stati fortunati, era come se ci cadesse un’incudine da 100 metri. Ci spappolava». «Ci apriva come una canocia», chiude Faraon. Poi i contatti con Gheno, il passaggio di informazioni su abitazione e auto di Finotello. Ma il pugile non si muove e «Acerboni si lamenta con Danesin perché “chechigno” non si è ancora dato da fare». Poi la soddisfazione quando, il 6 febbraio 2012, Finotello viene picchiato fuori casa. «Ieri un mio amico, che va col camion anche lui, andando a lavorare sulle 4, fuori dalla porta di casa con la macchina ha trovato ghiaccio, è scivolato è rimasto in mezzo alla strada e gli sono andate addosso tre macchine»: racconta Acerboni al telefono. E a Gianni Valentini dice: «....di solito chi è che non parla? Chi parla troppo! ....non parla adesso, ostia!! non parla e non ride!!! mi dispiace e sarà anche lunga! e se fossi lui cambierei la serratura delle chiavi della macchina e anche quelle di casa». Infine - ricostrusce l’ordinanza - si attiva con Perissinotto e Faraon per pagare Gheno - anche se non si saprà quanto, ammette il gip: «...devo andare dal dentista», «le lastre bisogna che gliele dia, perché la parola è parola....ed è giusto», «via il dente via il dolore...perché....il dottore è stato di parola,”fantuin”».
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