L’isola di Albarella distrutta in 15 minuti

Crollati i pini marittimi, colpiti veicoli e case rimaste senza acqua e luce per ore. Barche accatastate
ALBARELLA. È durata solo un quarto d’ora, ma dopo quei quindici minuti Albarella non era più riconoscibile. Gli alberi, per la maggior parte pini marittimi, coprivano strade, parchi e giardini, offrivano ombra, fresco e relax, nell’isola di proprietà del gruppo Marcegaglia, meta di molti vip ma, da qualche anno, anche di molta gente comune. Quegli stessi alberi, sradicati dalla tromba d’aria che ha colpito l’isola verso le 16, hanno reso impraticabili le strade, schiacciato veicoli e automobili, danneggiato le case e ferito qualcuno, prontamente soccorso dall’ambulanza di servizio.


Quando la tromba d’aria ha cominciato a investire Albarella, residenti e turisti si sono chiusi in casa. Quando sono usciti quasi non riconoscevano i luoghi: alcune case erano state scoperchiate, le strade non sembravano più le stesse, tanto erano ingombrate di roba e piante, le case vicine erano nascoste dal fogliame degli alberi crollati, quasi dappertutto erano saltate la corrente elettrica e l’acqua potabile, che sono state ripristinate ore dopo. Il centralino dell’isola è stata subissato di telefonate: chi chiedeva aiuto e informazioni, chi voleva mettersi in contatto con i parenti, chi, da tutta Italia e dall’estero, voleva capire se disdire o meno la prenotazione. Il traffico è andato in tilt: dentro l’isola gli alberi impedivano il transito in molte strade, all’ingresso c’era il caos, chi voleva andarsene e chi voleva entrare a vedere come fosse messa la sua casa. Poi è cominciata la conta dei danni. Nella concitazione dei primi momenti un uomo, che era stato visto camminare sul molo, era stato dato per disperso, trascinato in mare dalle onde ma, per fortuna, l’episodio si è rivelato infondato. Intanto la gente ha cominciato a sgombrare giardini e cortili, sia per mettere ordine, sia per poter entrare in casa propria, quando l’accesso era impedito da un albero caduto. La vigilanza e il personale dell’isola hanno cominciato a segare gli alberi nelle strade. Chi aveva subito meno danni, ha cominciato a girare i luoghi che fino a poco prima, aveva frequentato da vacanziero: il teatro tenda, quasi distrutto; il centro sportivo, danni gravissimi; sulla spiaggia Mare vostrum, le barche si erano accatastate l’una sopra l’altra; nei caratteristici “fiordi” dell’isola, alcuni prefabbricati erano finiti in acqua. Insomma, Albarella, per qualche tempo, non sarà la stessa di prima.


Diego Degan


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