«Mai raccomandato i miei allievi»
L’inchiesta di Firenze sui concorsi truccati, il professor Tosi al gip: io estraneo a tutte le accuse

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 18.11.2016.- Cerimonia di consegna delle Lauree di Cà Foscari in Piazza San Marco. Il Tocco
VENEZIA. «Ho chiarito la mia totale estraneità alle accuse mosse. Estraneità che emerge dalle intercettazioni». Il professore di Ca’Foscari e avvocato di fama nazionale Loris Tosi, è stato sentito ieri per circa un’ora in sede di interrogatorio di garanzia a Firenze. Il tributarista veneziano ha replicato punto su punto alle accuse della Procura toscana formulate nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sui concorsi truccati di Abilitazione scientifica nazionale all’insegnamento del diritto tributario; inchiesta che vede indagati 59 docenti universitari. Nei confronti del professore di Ca’Foscari e del suo collega padovano del Bo Mauro Beghin (nonché di altri 20 accademici di tutt’Italia), il gip Angelo Antonio Pezzuti ha applicato la misura dell’interdizione dall’insegnamento per un anno; per sette studiosi sono invece scattati gli arresti. La posizione dei veneti risulta comunque più defilata rispetto a quella degli altri docenti coinvolti.
Tosi, accompagnato a Firenze dal difensore Antonio Franchini, ha scelto di parlare con il magistrato, diversamente da altri indagati che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il tributarista ha spiegato la sua posizione respingendo la contestazione di presunte pressioni sulla commissione d’esame nel 2015 a favore degli allievi Antonio Viotto e Andrea Giovanardi. La difesa di Tosi ha messo in evidenza come in un anno e mezzo di intercettazioni non ci siano state telefonate ai commissari per raccomandare un qualche candidato. E il tributarista ha detto al giudice di aver parlato dei suoi allievi soltanto per rimarcare il merito e il livello altissimo degli stessi. In una chiamata del marzo 2015 il professore comunica ai commissari che ha due candidati presenti all’esame, aggiungendo però che non sarà lui a dire chi ha maggiore merito degli altri. Un altro passaggio dell’ordinanza riguarda i presunti benefit ricevuti dal commissario spagnolo Carlo Maria Lopez Espadafor che avrebbe chiesto un soggiorno a Venezia con falsa attestazione su un’attività svolta (in modo da poter giustificare la sua assenza dalla Spagna). Per quanto riguarda il ruolo di Tosi, il tributarista ha spiegato ieri al giudice che Espadafor ha tenuto regolare lezione al master dell’Università di Venezia. «Ho chiarito la mia estraneità a tutte le accuse, ora attendo le decisione», ha sottolineato l’avvocato facendo riferimento al fatto che la magistratura fiorentina dovrà stabilire se revocare o meno la misura interdittiva dall’insegnamento.
E dopo Tosi, giovedì tocca all’altro veneto coinvolto nell’inchiesta toscana: il professor Beghin, difeso dall’avvocato Michele Tiengo, risponderà a sua volta alle domande del giudice. Il docente è accusato di aver sostenuto un candidato e di averne ostacolato un altro, il padovano Giovanni Moschetti. Intanto ieri sono arrivare le prime ordinanze sulle posizioni degli altri professori coinvolti nell’inchiesta. Il giudice ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari per il professor Adriano Di Pietro di Bologna. «Va sottolineato» scrive il gip Pezzuti nel suo provvedimento, «come il professor Di Pietro, pur a fronte dei molti e gravi indizi di colpevolezza, non abbia mostrato alcuna resipiscenza». Confermata anche la misura di interdizione dalla docenza della professoressa Livia Salvini.
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