Grave malformazione all’esofago, bimba di un anno guarita col robot

A Padova primo intervento del genere in Italia su un paziente pediatrico di appena 10 chili. La prof. Dall’Igna: «La piccola non poteva deglutire cibi solidi. Ora è stata dimessa e sta bene»

Silvia Bergamin
La mano robotica del sistema Da Vinci Xi
La mano robotica del sistema Da Vinci Xi

Intervento straordinario con il robot Da Vinci in Azienda Ospedale Università di Padova dove è stata corretta una grave malformazione all’esofago in una bimba di un anno che non poteva essere alimentata con cibi solidi. La piccola soffriva, infatti, di una complessa forma di stenosi esofagea congenita ed è guarita grazie all’utilizzo della chirurgia robotica mininvasiva.

L’intervento, di straordinaria complessità per l’età e il peso ridotto della paziente – appena dieci chilogrammi – è stato eseguito per la prima volta in Italia dall’équipe di Chirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedale Università di Padova, diretta dalla professoressa Patrizia Dall’Igna, con il professor Francesco Fascetti Leon in sala operatoria.

La piccola padovana presentava una storia clinica complessa: oltre alla diagnosi di stenosi esofagea, aveva già subito due interventi di chirurgia cardiaca e una correzione laparoscopica.

Il punto è che, al momento dello svezzamento non riusciva ad alimentarsi con cibi densi, soffriva di una grave difficoltà alla deglutizione. E quindi è stata presa la decisione di intervenire chirurgicamente. «Abbiamo atteso che la bambina raggiungesse il peso minimo necessario, ovvero circa dieci chili, per affrontare l’intervento in sicurezza e poter sfruttare la precisione del sistema robotico Da Vinci Xi, uno strumento finora mai impiegato in casi pediatrici così complessi e in pazienti tanto piccoli», spiega Fascetti Leon, «ci ha permesso di individuare con precisione la stenosi, mentre grazie alla robotica abbiamo potuto eseguire un’incisione longitudinale e rimuovere un segmento di circa due centimetri dell’esofago ispessito».

L’intervento è durato oltre sei ore, includendo la fase di preparazione. L’approccio è stato poco invasivo e ha consentito un decorso postoperatorio più agevole e meno traumatico. «La chirurgia robotica in età pediatrica rappresenta una frontiera innovativa e altamente promettente. In questo caso specifico, ci ha permesso di intervenire con grande precisione, riducendo al minimo i rischi per una paziente così fragile», evidenzia la professoressa Dall’Igna. La piccola ora sta bene: «A distanza di un mese dall’intervento, la bambina ha iniziato a deglutire cibi solidi e mostra una qualità di vita paragonabile a quella dei suoi coetanei. Potrà crescere normalmente» assicura.

L’esperienza ha anche un valore scientifico significativo: l’équipe di Padova è stata infatti invitata a presentare il caso a un congresso internazionale a Dubrovnik, in Croazia, a fine maggio, per condividere la tecnica e i risultati con la comunità medica internazionale. Fascetti Leon aggiunge: «Siamo orgogliosi che un’esperienza nata a Padova possa essere d’esempio per altri centri che si confrontano con malformazioni esofagee congenite così complesse».

Il sistema Da Vinci Xi è indubbiamente uno dei più avanzati al mondo in ambito chirurgico. Nonostante sia sviluppato da un’azienda americana, il suo impiego all’interno dell’Azienda Ospedale Università di Padova testimonia il livello di eccellenza raggiunto dal polo sanitario. «Non è solo una questione tecnologica, ma di formazione continua, coordinamento multidisciplinare e cultura della sicurezza del paziente. Ogni passo, ogni decisione, è frutto di uno sforzo collettivo», precisano i chirurghi.

L’impatto di un intervento riuscito su una paziente così piccola è enorme: «Abbiamo restituito a questa bambina non solo la capacità di alimentarsi in modo normale, ma anche la possibilità di vivere un’infanzia serena e una crescita senza le gravi limitazioni che questa patologia comporta. È una trasformazione radicale della sua qualità di vita». Questo tipo di approccio, seppure complesso, rappresenta oggi uno standard sempre più diffuso nei centri di eccellenza internazionali.

Ovviamente, a simili traguardi si arriva grazie al lavoro di squadra e a una visione lungimirante. Un aspetto che sottolinea il direttore generale dell’Azienda Ospedale Università di Padova, Giuseppe Dal Ben: «Una grande soddisfazione, superato con successo dai chirurghi dell’Azienda un altro traguardo che sembrava inavvicinabile. Abbiamo investito moltissimo in questi anni nella chirurgia robotica ed oggi l’utilizzo di questa tecnologia in una paziente così piccola conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse necessità, la bontà delle nostre scelte. Un plauso alla grande preparazione dei nostri professionisti, alla loro straordinaria passione e all’assoluta dedizione che in un perfetto lavoro d’équipe permettono quotidianamente di garantire cure d’eccellenza».

 

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