Mamma e sorella di Maniero non risponderanno in aula

La loro testimonianza era molto attesa, ma hanno scelto di non parlare Il consulente della difesa: il broker Brotini non aveva deleghe sui conti svizzeri

VENEZIA. Le loro testimonianze erano tra le più attese. Le due donne erano state chiamate da accusa e difesa per fornire elementi nel procedimento per riciclaggio a carico di Michele Brotini, per la Procura Distrettuale Antimafia il broker di Felice Maniero. Ma anche - indirettamente - per raccontare di “Faccia d’Angelo”.

Lucia Carrain e Noretta Maniero, rispettivamente madre e sorella dell’ex boss della Mala, in aula non ci saranno. Alla scorsa udienza il loro avvocato Antonio D’Orzi aveva presentato un certificato medico che attestava come alle due donne fossero sconsigliati lunghi tragitti.

Ed ecco la nuova citazione a cui Lucia Carrain e Noretta Maniero hanno risposto “picche”, invocando la facoltà di non rispondere. Per entrambe, infatti, la posizione giudiziaria è ancora aperta. Per la sorella, assolta e prescritta in abbreviato dall’accusa di riciclaggio, i pm antimafia Paola Tonini e Giovanni Zorzi hanno presentato appello davanti alla Corte.

Quanto alla madre di “Felicetto”, invece, la Procura aveva chiesto l’archiviazione della posizione. Ed è per questo che le due donne possono rifiutarsi di rispondere alle domande in aula.

I conti in Svizzera

Nell’udienza la difesa di Brotini, con gli avvocati Marco Rocchi e Giuseppe Carugno, ha portato il proprio consulente Gaetano Caputi, già direttore generale della Consob e ora docente. L’esperto in materia finanziaria e bancaria è stato chiamato a chiarire le modalità di apertura e gestione di conti in Svizzera. Il riferimento è tra l’altro al conto denominato “Monastero” alla Deutsche Bank nel quale, secondo le indagini, erano stati depositati da Riccardo Di Cicco, ex cognato di Maniero, oltre 4,5 milioni di euro, ovvero parte del tesoro dell’ex boss, con la complicità e i consigli di Brotini.

Il broker, è emerso nel corso della deposizione del consulente della difesa, era stato autorizzato da Di Cicco alla visione del conto. «Una pratica ben distinta dalla delega a operare o gestire, è una mera manleva nei confronti della banca nel fornire informazioni a soggetti autorizzati su saldo, disponibilità, utilizzabilità delle carte di credito o debito.

Esclude qualunque potere dispositivo», ha spiegato Caputi. Delega alla visione del conto che, secondo la difesa, peraltro Brotini non avrebbe mai utilizzato. E men che meno avrebbe quindi operato sui conti svizzeri nei quali sarebbe confluito il denaro dell’ex boss. Per la gestione dei conti, ha chiarito il consulente, è possibile ricorrere anche a richieste di disposizione da remoto. Operazioni, queste, che non possono essere ordinate da soggetti che non hanno delega a operare sul conto.

Quindi Brotini, secondo la difesa, non avrebbe avuto alcun ruolo nel movimentare i conti. Il procedimento a carico del broker, da due anni in carcere, è arrivato alle battute finali: il 7 febbraio le discussioni di pm e difesa, a seguire la sentenza. —


 

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