Marilù e quel mondo silenzioso che vive accanto a noi
Non sono invisibili, ma non li vediamo nonostante ci siano accanto. Piegano i nostri vestiti, sanno esattamente cosa mangiamo, corrono su e giù per le stanze

Non sono invisibili, ma non li vediamo nonostante ci siano accanto. Piegano i nostri vestiti, sanno esattamente cosa mangiamo, corrono su e giù per stanze piccole e grandi, sono per lo più affidabili, costanti, precisi, operosi e si occupano di noi, della nostra vita. Sono i domestici, le colf, le badanti, gli aiutanti, i camerieri, il variegato popolo dei filippini, dei cingalesi, dei mauritiani. E sono migliaia in Italia, popolo silenzioso dalle storie incredibili.
Il lavoro è talvolta incessante, logorante, estremo, ma per loro combattere è una virtù, è poter salvaguardare la vita e renderla più sostenibile nel loro Paese ai figli spesso lasciati ai genitori, talvolta anziani o malati, in Paesi lontani di cui sappiamo troppo poco.
È il silenzio sulle loro storie che ci deve far riflettere parlando della morte di Marilù, la domestica di Corso Vittoria a Milano, precipitata da un balcone mentre puliva i vetri. Spesso chi viene dalle Filippine ha lasciato villaggi, vita povera, un modo di vivere e di essere; stanno in Italia, Inghilterra, Germania, ovunque si possa lavorare.
Nel nostro Paese sono molti, nel Veneto sono una comunità ampia e coesa, con le loro feste, i loro colori, con la passione per la danza e per la musica, grandi consumatori del mondo del web. Lavorano, stanno con noi, ma il loro cuore è sempre con i figli lasciati nel loro Paese, sperando non cambino e allo stesso tempo abbiano una vita diversa.
Cosa pensano spesso non ce lo chiediamo, non lo chiediamo: forse conosciamo qualche loro cibo, qualche loro tradizione, ma siamo spesso troppo distratti dai ritmi della nostra vita per occuparci della loro, anche se qualcosa da imparare lo avremmo.
Questi popoli che ci aiutano nella quotidianità occupano una parte della nostra vita, e lo fanno con un assoluto senso di responsabilità. Filippini o cingalesi, ma anche tutti gli altri, sono legati al senso di appartenenza, ma anche alla dedizione per coloro per cui lavorano e per l’onestà nel farlo.
Marilù muore cadendo dal balcone in una giornata d’agosto, pulendo i vetri delle finestre di un appartamento di cui ha la responsabilità, ma nel suo Paese era una manager senza più lavoro, ed è stata la forza di volontà e la voglia di reagire, senza vittimismi e senza rivendicare nulla, ma con il grande desiderio di poter riscattare i figli da un destino povero e complesso, a portarla fino a qui.
Dedichiamo uno sguardo a coloro che stanno nelle nostre case, anche al di là dei silenzi e della loro discrezione. Guardiamo, e immaginiamo la grande arte del desiderio di vivere, di far vivere meglio chi si ama, un rischio che vale la pena per sempre di vivere.
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