Marin e Gelmini lanciano i Dipartimenti del nord

PADOVA. Forza Italia lancia i Dipartimenti del nord per portare a Roma e a Bruxelles la questione settentrionale. Un’idea cui lavorano il coordinatore regionale del Veneto Marco Marin e la collega lombarda Mariastella Gelmini e che coinvolgerà anche Piemonte e Liguria.
L’obiettivo è di creare una lobby settentrionale che agisca sulle questioni peculiari per il territorio: «Il Nord ha bisogno di fare squadra in Parlamento - sostiene Marin - questo coordinamento sarà legato essenzialmente a proposte economiche». Il Dipartimento vedrà interagire i coordinatori regionali con giuslavoristi, imprenditori, lavoratori e sindacalisti, su proposte dei centri studi: «Sarà il cervellone del partito e verrà condiviso con chi lavora sul campo» aggiunge Marin «il coordinamento vedrà anche il coinvolgimento della classe politica europea e che ci porterà a incontrare le associazioni di categoria, dalle piccole e medie imprese a Confindustria e Confcommercio per trovare le risposte adeguate per il nostro tessuto produttivo». Aggiunge Gelmini: «La questione settentrionale esiste e noi siamo l’unico punto di riferimento del ceto produttivo - sostiene l’ex ministro - paradossalmente, infatti, le regioni del nord, in cui ci sono meno assistenzialismo e dipendenti pubblici, stanno soffrendo più di quelle del sud. Il Dipartimento economico del nord dovrà dare risposte al ceto produttivo, tagliato fuori, come gli incapienti, dal bonus degli 80 euro di Renzi. Il presidente del Consiglio avrebbe dovuto reperire quelle risorse abbassando l’Irpef e invece lo fa imponendo una mini patrimoniale che colpisce il ceto produttivo» aggiunge sollecitando a dare fiducia a Elisabetta Gardini in Europa. «Padova, come altre realtà del Nordest sta soffrendo più di altre parti d’Italia, poiché qui c’è il cuore di partite Iva e pmi - interviene l’europarlamentare - ma questa volta finalmente dall’Europa arriva una possibilità di ripresa con mille miliardi per il rilancio del manifatturiero, dimensionati su piccole e piccolissime imprese, laddove prima i fondi erano tarati sulle grandi aziende e la ricerca. Ora invece non ci sarà più bisogno di partner internazionali e si potrà accedere contemporaneamente a diverse linee di finanziamento. Questo settenato segna l’avvio di un buon momento e per questo aprirò a Padova uno sportello con dei miei collaboratori per dare informazioni». Infine, chiarisce quanto viene fatto per il made in Italy a Bruxelles dall’obbligo di determinare l’origine per i prodotti non agroalimentari - vicino al traguardo - alla fine dell’italian sounding per quelli agroalimentari (in vigore da fine anno), fino all’ipotesi di alleggerire il patto di stabilità sui finanziamenti europei.
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