Massacra l’ex moglie con l’accetta
CONEGLIANO. Notte di follia a Conegliano, dove un uomo irrompe nell’abitazione dell’ex moglie e la colpisce con un’accetta. La donna, che stava chattando su facebook, fa appena a tempo a scrivere: «Oh Dio, mio marito». Finirà all’ospedale con tre dita tranciate di netto, ma non è in pericolo di vita. L’uomo, un operaio di 55 anni, è scappato con intenzioni suicide: lo cercano i carabinieri.
La donna, Gianangela Gigliotti, 55 anni, impiegata nel reparto di Oculistica all’ospedale De Gironcoli, si è fatta scudo con le mani. Nel primo pomeriggio di ieri, è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, le sue condizioni sono gravi.
È caccia aperta, invece, all’autore dell’aggressione: è il marito Stefano Rizzo, 55 anni, ex rappresentante, ora operaio all’Asco Tlc, scappato a bordo dell’auto aziendale, una Fiat Panda bianca, e braccato dai carabinieri. Le ricerche, protrattesi per tutto il giorno, non hanno dato esito. L’accusa ipotizzata nei suoi confronti è quella di tentato omicidio. Sul movente, l’ipotesi più probabile è che siano stati i problemi economici, conseguenti alla separazione, ad armare la mano di Rizzo.
L’ex rappresentante coneglianese dopo la separazione s’era rifatto una vita con una nuova compagna, ma pare che non riuscisse più a pagare gli alimenti a moglie e figlio del primo matrimonio. In un biglietto, lasciato sul cruscotto dell’auto della sua nuova compagna, l’uomo ha manifestato l’intenzione di uccidere la moglie e di farla finita.
Tutto avviene attorno a mezzanotte, quando Stefano Rizzo arriva in via Vecchia Trevigiana. Posteggia l’auto lungo la strada e poi a piedi si dirige verso la palazzina dove aveva vissuto fino a due anni fa. Qui, aiutato dal buio, sale sulla pensilina, d’ingresso, divelle una ringhierina in ferro, ed entra in casa.
La moglie in quel momento, sta scambiando qualche battuta su Facebook con una persona di Forlì. Quando capisce cosa sta succedendo, riesce a scrivere soltanto “oh Dio, mio marito”, poi il collegamento si stacca. L’interlocutore virtuale, intuendo che c’è qualcosa che non va, gira l’allarme al 112 di Forlì. Da lì poi si risale immediatamente all’indirizzo della donna. Nel frattempo gli inquilini della palazzina sono ignari di quello che sta succedendo. Qualcuno avverte che c’è un litigio nell’appartamento dell’impiegata dell’Usl, ma nessuno intuisce la gravità della situazione. Una ragazza, che si affaccia sulle scale, vede Rizzo uscire con passo veloce dal condominio e andare verso il parcheggio.
Pochi minuti più tardi, sul posto, arrivano i carabinieri di Conegliano. La scena che trovano è impressionante: l’impiegata dell’Usl si trova a terra, ricoperta di sangue. È distesa tra il tavolo e la panca della cucina. Ha un cellulare accanto. È in stato di semi-incoscenza ma trova la forza per dire poche parole: «È stato mio marito, mi ha aggredito con l’accetta». Mentre il personale sanitario del 118 presta i soccorsi alla donna, arriva anche il figlio della coppia, Federico, 22 anni. La donna viene prima trasportata al pronto soccorso di Conegliano e quindi all’ospedale di Treviso.
Nel frattempo i carabinieri, coordinati dal maggiore Valerio Marra, ingaggiano una serrata caccia all’uomo. Sono stati visitati i luoghi abitualmente frequentati dall’operaio ed è stato usato anche l’elicottero per tentare di individuare dall’alto l’auto, una Fiat Panda bianca aziendale, con la quale era stato visto allontanarsi ieri notte. Ma di Rizzo, fino alla serata di ieri, non è stata trovata nessuna traccia.
Nella giornata di ieri è filtrata la notizia di un biglietto, lasciato da Rizzo sul cruscotto della sua attuale compagna nella quale ha manifestato l’intenzione di farla finita, dopo aver ucciso la moglie. «Vado ad uccidere mia moglie e poi gettate le mie ceneri nel Piave». L’ipotesi del suicidio è tra quelle tenute in considerazione dagli investigatori.
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