Mega appalto da 15 milioni “guerra” per il sistema Tetra

Il bando scatena la polemica tra i big del settore: Leonardo, Airbus e Motorola E poi la galassia delle aziende del Nord che si occupano dei sistemi di sicurezza

VENEZIA. Come funzionano il 118, la rete tlc della protezione civile e delle polizie locali? Perfettamente. Mai un black out. Ci mancherebbe altro, in dieci anni il Veneto ha speso 30 milioni di euro, un’efficienza pagata a peso d’oro grazie a una manutenzione che non conosce soste. L’ultima tappa dell’evoluzione tecnologica del sistema Tetra è un appalto da 15 milioni per la rete radiomobile che sta scatenando un vespaio di polemiche tra i big del settore che temono di essere tagliati fuori da una commessa che fa gola a mezza Europa.

I big in gara. In corsa ci sono potenzialmente tutti i player internazionali di tecnologia Tetra, a partire da Leonardo-Finmeccanica che ha aperto la strada; Airbus che si è fatta sentire negli aristocratici salotti di palazzo Balbi a Venezia poi Motorola, il Big One costretta a fare lo spettatore. A cascata sono in corsa anche Eurocom Telecomunicazioni, un integratore e service provider di prodotti Motorola; Saitel Telecomunicazioni, altro integratore di Motorola attivo al Nord; Bpg Radiocomunicazioni, integratore di multinazionali come Hyter; Calzavara Spa, una delle maggiori realtà nel mercato delle tlc del Nordest; Consorzio Unitec, raggruppamento di aziende in maggioranza venete specializzate in tlc radiomobili pubbliche e professionali con base a Vittorio Veneto; Tp Telecomunicazioni SpA, attiva al nord per i progetti e le manutenzioni per reti radiomobili professionali.

Colossi che si contendono il mercato in una guerra stellare per mettere le mani sul sistema che controlla il 118 e quindi le emergenze sanitarie del Suem. E la protezione civile con le missioni salvavita con le trombe d’aria, le alluvioni e le frane che devastano il territorio. E poi i telefoni delle polizie locali. Che funzionano sempre: con il terremoto, le valanghe in montagna e i fiumi che straripano a novembre. Il Veneto è all’avanguardia, grazie agli investimenti degli ultimi dieci anni: oltre 30 milioni di euro con un’azienda che ha fatto la parte del leone. Si tratta di GeG che ha vinto le ultime commesse ed è diventata il deus ex machina degli investimenti in reti di emergenza non solo in Veneto, ma anche in Lombardia ed Emilia Romagna, le tre galline dalle uova d’oro del Bel Paese.

La situazione attuale. La prima infrastruttura di rete porta la firma di Selex-Finmeccanica con tecnologia italiana: con una gara da 5,5 milioni nel 2009 è stata creata la spina dorsale del sistema e dopo appena tre anni si è deciso di avviarne la manutenzione, con un appalto da 13 mln: la gara del 2012 è stata sorprendentemente vinta, con uno sconto minimo rispetto alla base d’asta, dalla ditta GeG di Bergamo, un system integrator il cui fatturato fino a quel momento si aggirava sui 9 mln di euro e che di punto in bianco si ritrova a gestire un mega appalto, vinto a spese di calibri quali Finmeccanica, Airbus e Motorola. Tutto merito della tecnologia made in Bergamo? Pare proprio di sì. GeG ha sostituito la rete e installato sistemi Damm di un’azienda danese che occupa un segmento marginale nel settore.

A Palazzo Ferro Fini nessuno ha aperto bocca, visto il clima di concertazione che regna nelle commissioni e ad alzare la voce sono solo le aziende, a caccia di appalti in un mercato delicato, perché coinvolge la sicurezza dei cittadini.

Il confronto con le altre regioni. Forse vale la pena ricordare cosa accade nelle regioni vicine. La provincia di Trento per installare 60 postazioni Tetra nel 2006 ha investito 6 mln con Motorola e la “sorella” Bolzano per 50 impianti sempre Tetra nel 2012 ha speso 4 mln con Airbus. Certo, il Veneto è tre volte più esteso del Trentino ma c’è anche la Lombardia che per la manutenzione della sua rete, composta in buona parte da vecchi sistemi analogici da evolvere effettivamente al digitale, ha investito 4,5 mln in due anni: tirate le somme, dai bilanci di palazzo Balbi dal 2009 sono usciti 33 milioni.

Il bando di aprile. L’ultima tappa porta la data del 28 Aprile 2017 quando esce la delibera 596 che preannuncia l’allocazione delle risorse mentre il 6 settembre 2017 sul Bur compare il bando di prequalifica per la gara di “manutenzione ordinaria ed evolutiva dell’attuale rete”, con una base d’asta di 15,5mln in cinque anni. Come finirà e quanti vi parteciperanno? Dall’analisi del bando sembra che i requisiti richiesti non permettano ai big player di presentare offerte valide. Ci sono state svariate richieste di chiarimento per allargare i requisiti del bando e quindi permettere a tutti di partecipare, ma le domande sono state ignorate. Tutto a posto? Pare di no. La gara, bandita a settembre, è rimasta chiusa nel cassetto 4 mesi e rispunta fuori in queste settimane, con il nuovo codice degli appalti. Chi vincerà l’appalto da 15 milioni? Si accettano scommesse.

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