Ministro e Giorgetti in pressing «Ora il M5S rispetti il contratto»
ROMA. Pressing leghista sul recalcitrante alleato a 5 Stelle. «L’autonomia è nel contratto, il M5S ha sostenuto le ragioni del referendum in Veneto e Lombardia, mi attendo coerenza», dichiara il ministro Erika Stefani «ho ascoltato tutte le diverse opinioni diverse ma se un’intesa è firmata anche dal presidente del Consiglio, com’è possibile fare un emendamento e imporre a una delle contraenti la modifica del contratto? ». «La riforma autonomista? È parte del programma, dev’essere fatta bene e in tempi ragionevoli», rincara il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, se la prende invece con i vescovi della Cei, rei di opporsi alla riforma autonomista: «Intervento inopportuno, leggano meglio le carte».
Tensioni gialloverdi in vista? «Avremo un incontro politico a breve e troveremo una soluzione», sdrammatizza il vicepremier grillino Luigi Di Maio. Linee divergenti invece in seno al Pd. Con l’Emilia autonomista di Stefano Bonaccini si schiera il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino: «Penso che il percorso federalista possa essere una risposta, forse la principale, che si può dare all’attuale crisi della democrazia rappresentativa. Il rischio che venga svuotata dall’indebolimento dei suoi organi di rappresentanza può essere bilanciato dalle autonomie». Di tutt’altro avviso il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, fermo nel condannare «la secessione degli egoisti che minaccia l’unità nazionale e colpisce al cuore il Sud»; mentre il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, annuncia «un referendum per l’autonomia totale» della sua città, corredato dall’introduzione della moneta virtuale Bitcoin. —
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