Monopattini, tutto quello che dovreste sapere prima di usarne uno in Veneto
Sono un valido alleato contro smog, rumore e affollamento dei mezzi pubblici. Ma la loro silenziosità e scarsa maneggevolezza possono essere anche un grande pericolo. Dai divieti alle multe, dalle semplificazioni al codice al problema parcheggi, dai vantaggi alle idee per migliorare il rapporto con i pedoni ecco come si stanno organizzando i Comuni della nostra regione

VENEZIA. Gli unici che vengono stangati senza pietà e senza eccezioni sono quelli che girano per le calli e i campielli. Eppure girano lo stesso, a rischio delle multe e del sequestro.
I monopattini, elettrici o a spinta, vanno oltre ogni divieto, ogni pericolo, sia economico che stradale.
Basta guidare in centro, parlare con gli amici o guardare i social per rendersi conto di come la sensazione di pericolo che i monopattini irradiano sulle strade in cui passano, e di abbandono, per il modo in cui vengono lasciati ovunque capiti quelli a noleggio.
Eppure sono un valido alleato: il loro uso potrebbe essere una valida alternativa all’auto o, visto il Covid 19, al bus. Meno smog, meno rumore, meno traffico. Ma, al momento, più pericoli. Questo vista anche l’inesistenza in molti centri di vere e proprie piste ciclabili che evitono la commistione tra traffico pedonale e quello a due ruote. Ecco cosa sta succedendo in questo momento.

Mestre utilizzo scriteriato ddel monopattino
L’uso dei monopattini è consentito solo a chi ha più di 14 anni e solo sulle piste ciclabili e sulle strade urbane dove c’è il limite di 50 all’ora (dunque non tangenziali o strade a scorrimento veloce).
È vietato andare in due e i minorenni devono indossare il casco. Non possono mai viaggiare affiancati in numero superiore a 2.
E infine il manubrio va retto con entrambe le mani (dunque niente uso del cellulare). Possono circolare in aree Ztl solo se espressamente consentito, vi sia presente apposita segnaletica e alla velocità di 6 km/h.
Anche per i conducenti dei monopattini, quindi, le infrazioni possibili sono numerose: circolare nelle corsie preferenziali, o in Ztl vietate piuttosto che sui marciapiedi, in due o in tre, senza giacca fluorescente, farsi trainare da veicoli o scooter o superare la velocità consentita nelle aree pedonali è vietato.
Ci sono stati casi di monopattini a noleggio condotti da ragazzini di 13 anni che per il noleggio avevano utilizzato la carta di credito dei genitori. La conseguenza: 87 euro di multa al conducente e sigilli per un mese ai monopattini. Ma attenzione, per i genitori potrebbe scattare la responsabilità civile in caso di danni: i monopattini sono silenziosi e veloci rispetto a un pedone. Nessuno si accorge del loro arrivo alle spalle con pericoli facilmente immaginabili.
Se il conducente trasporta animali o oggetti la multa è di 83 euro e se ha la patente è prevista la decurtazione di un punto.
Se non dà la precedenza ai pedoni o intralcia la circolazione pagherà 26 euro, lo stesso importo se ci sale in due, se si traina un altro veicolo o un altro monopattino, se si procede affiancati, se si effettuano manovre pericolose per la sicurezza della circolazione e se non vengono rispettate le condizioni di utilizzo stabilite dal noleggiatore.
Pochi lo sanno ma anche i monopattini sono soggetti a limiti di velcità: l’articolo 141 Cds che prevede una multa di 42 euro se il «conducente supera la velocità massima di 6 Km/h nelle ”aree pedonali” oppure non la regola in relazione alle condizioni della strada, del traffico o meteorologiche. La multa è di 56 euro, se il soggetto alla guida è un patentato si decurta iun altro punto.
Altri 26 euro costa non indossare di sera giubbotti o bretelle fluorescenti e se il dispositivo non ha un segnalatore acustico.
Finora il fatto di percorrere le corsie preferenziali, costa 42 euro, lo stesso importo se il dispositivo viene trovato in sosta al di fuori degli stalli riservati a bici o moto.
Attenzione inoltre alla marcatura CE: se il mezzo ne è privo arriva una multa di 42 euro e il fermo amministrativo.

Michela Crivellante - Amministratore Bit.Parco San Giuliano,presentato il nuovo servizio di noleggio di monopattini elettrici del Comune di Venezia..Mestre, 31/07/2020.Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
La ultime modifiche che verranno apportate dal Decreto semplificazioni al Codice della strada prevedono l’equiparazione dei monopattini alle biciclette (quelle che il Codice chiama “velocipedi9.
Ma un’altra conseguenza dell’equiparazione è che se le bici potranno andare anche contromano se saranno presenti le apposite corsie, così sarà anche per i monopattini.
Su questo versante gli Automobil club veneti hanno dato mandato all’Aci di Venezia di fare la voce grossa, arrivando a chiedere a tutti i parlamentari veneti un intervento sul governo.
«No alla deregulation per monopattini e biciclette», avverte Giorgio Capuis, presidente del Automobil Club di Venezia, «Aci – premette Capuis - è sempre soddisfatta quando il legislatore si occupa di sicurezza stradale, soprattutto se interviene per semplificare il Codice della Strada, trasformandolo in un Codice dei Comportamenti», insiste, ma in questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta».
Oltre al no agli autovelox nelle strade con limite a 30 km/h, la grande preoccupazione di Aci è quelle vi vedere monopattini contromano e sulle corsie riservate al trasporto pubblico. «I dati di incidentalità dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose», dice l’Aci di Venezia.
«Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo: alle bici tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati a esse, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale».

L’esempio ideale è quello di Padova, dove il Comune ha ingaggiato una vera e propria corsa contro il tempo per evitare la “giungla” dei monopattini. L’amministrazione, favorevole alla mobilità dolce, elettrica e alternativa, vuole però evitare il liberi tutti che si è visto in altre città.
Prima tra tutte Milano, in cui il sindaco Beppe Sala è sbottato: «Troppi comportamenti scorretti in strada». E così Palazzo Moroni, con in testa l’assessore alla mobilità Andrea Ragona e quello alla polizia locale Diego Bonavina, sta preparando un protocollo per regolare l’utilizzo di questi mezzi agevoli e veloci. Transito vietato nelle aree pedonali e multe per chi non rispetta le regole, primi tra tutti quelli che ci salgono in due.
Ma bisogna fare in fretta perché entro la fine dell’anno infatti in città arriveranno mille monopattini elettrici in sharing, cioè condivisi attraverso un’applicazione sul cellulare. Al bando pubblicato dal Comune hanno risposto una decina di aziende. In questi giorni la commissione è al lavoro per esaminare le offerte arrivate e scegliere le 2 o 3 migliori, che poi avranno 60 giorni per avviare il servizio.
Ogni azienda potrà schierare una flotta fino a 500 mezzi. Per cui se le prime due in graduatoria avranno offerto il massimo potranno operare solo loro. Altrimenti ne arriverà una terza, fino a un massimo di mille.
Ma prima di tutto bisognerà confrontarsi anche con chi utilizzerà male questo strumento, che per il Codice della strada sarà equiparato a una bici. La giunta fisserà, e saranno indicati aggiornando la cartellonistica, le aree dove non possono circolare, ma al massimo vanno condotti a mano. Ci sarà probabilmente anche il Liston, dove già oggi le bici devono essere portate a mano. E poi Prato della Valle (inclusa l’Isola Memmia), il sagrato della Cattedrale, di Sant’Antonio e di Santa Giustina, i Giardini dell’Arena (esclusa la pista ciclabile).
Tassativamente vietato usare le corsie del tram e, peggio ancora, attraversare le rotaie. Ovviamente non consentiti i passaggi sotto i portici o sui marciapiedi.
Andranno regolate anche le modalità di parcheggio, per evitare che possano essere lasciati dove intralciano oppure nelle rampe riservate alle persone con disabilità. E soprattutto scatteranno le multe.

MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MONOPATTINO CON GENTE
In molte città europee dopo l’euforia iniziale per i monopattini si è levata una forte richiesta di protezione dall’uso improprio di questi mezzi.
A Parigi, dove vi sono stati incidenti mortali cusati dagli utilizzatori di monopattini elettrici, è scattato lo stop per il noleggio (in inglese sharing). Il Comune ha rivisto le licenze e fatto un bando aperto a tre soli gestori dei noleggi che dovranno garantire il corretto uso dei parcheggi e il riordino dei mezzi abbandonati. Forti limitazioni alla circolazione e numerosi controlli.
Più pragmatica Berlino, dopo i primi incienti ha imposto l’obbligo del casco e dell’assicurazione privata. Questo ha fatto diminuire di botto il numero dei sinistri ma anche l’uso del mezzo che resta comunque un’alternativa all’uso dell’auto e, in tempi di pandemia, a quello dei mezzi pubblici.
In Veneto la prima città a prendere di petto la situazione è stata Verona, seguita da Mestre. Qui e al Lido, infatti, l’uso dei monopattini ha raggiunto punte impensabili. Nel solo mese di agosto i 400 monopattini in sharing, forniti dalla Bit, hanno percorso tra Mestre e Lido oltre 72 mila chilometri, con un risparmio di Co2 pari a 140 tonnelate.
Il Comune ha anche imposto una velocità massima di 20 chilometri orari, il che ha garantito un solo incidente. Ma è comunque aumentata anche la percezione di rischio.
Per questo il Comune ha varato un sistema specifico di controllo. Prima di multare verrà analizzato lo stato di manutenzione delle ciclabili per verificare che non ci siano cordoli o buche pericolosi. Per esempio in viale Garibaldi a Carpenedo la stretta ciclabile («fuori norma» secondo le associazioni dei ciclisti) era già insicura quando si incrociano due biciclette, figuriamoci ora con il zigzagare dei monopattini. Ancora peggio al Lido dove quasi tutte le piste ciclabili secondo la Fiab non sono a norma.
Quindi verranno avviati corsi di guida sicura, partendo dagli istituti superiori. Le scuole Stefanini e Volta hanno già deciso di aderire alla iniziativa per l’anno scolastico 2020-2021. I corsi permettono di conoscere le disposizioni del Codice della strada; le norme d’uso dei mezzi in sharing ; le buone pratiche di condotta; i rischi della strada e la casistica dei sinistri.
Previste anche prove pratiche su strada su percorsi attrezzati e test finali con caschi in omaggio. Iscrizioni aperte da ottobre e fino a maggio 2021. Ma occorrerà pensare non solo agli adolescenti e ai diciottenni, visto che l’età media di utilizzo dei mezzi in sharing forniti al Comune dalla società Bit è di 31 anni e quindi anche gli adulti vanno educati al rispetto del Codice della strada.

A Treviso hanno tentato di separare il più possibile il traffico su due ruote (bici o monopattini) da quello automobilistico.
Il tutto grazie a sedici linee colorate per raggiungere la città, una linea circolare, le indicazioni di tutte le fermate e le intersezioni con gli altri percorsi. È Ciclopolitana, un’organizzazione della rete ciclabile sulle principali vie di collegamento, che sfrutta in gran parte percorsi esistenti, ma che punta, sul lungo periodo, a creare quattro nuovi assi (Sant’Antonino, Santa Bona Vecchia, Canizzano, San Pelajo) e a rivedere il bikesharing. Ogni linea avrà un colore, e in ogni punto di interesse incontrato sarà indicata la distanza dal centro, oltre alle intersezioni con altre linee, parchi e servizi. Già questo primo step dovrebbe, nelle intenzioni, incentivare l’uso di bici e monopattini elettrici.
Per esempio: da Monigo al centro sono 2,5 chilometri. Vederlo scritto potrebbe già suggerire a molti che il mezzo più veloce, specie negli orari di punta, è proprio la bici o il monopattino.
Alla segnaletica si accompagnerà anche la tecnologia, con il collocamento di un qr-code che attraverso lo smartphone consentirà di avere diverse informazioni, dalle mappe ai servizi nelle vicinanze. Il Comune lavorerà per sistemare e migliorare i percorsi già presenti, eliminando intersezioni pericolose e dividendo i flussi di traffico. In viale Europa, per esempio, dove la pista ciclabile è solo una linea gialla sull’asfalto, verrà posizionato un cordolo divisorio. E sul famigerato viale Vittorio Veneto si lavorerà per eliminare la commistione pedoni-ciclisti.
Tredici le linee già pronte, su cui entro tre mesi sarà posizionata la segnaletica: la linea 1 si chiamerà “Ring Mura” (4,9 km) e seguirà tutto il percorso delle mura; la linea due sarà la “Noalese” (2 km), la 3 “Castellana” (1,6 km), la 4 “Feltrina” (2,5 km), la 6 “Santa Bona Nuova” (4 km), la 7 “Strada Ovest” (1,7 km), la 8 “Viale Vittorio Veneto” (2 km), la 9 “Via Bibano” (1 km), la 10 “viale Brigata Marche” (2,2 km), la 11 “via IV Novembre” (2,4 km), la 12 “Alzaia” (3,2 km), la 13 “Terraglio” (2 km).
La “centrale” del servizio noleggio sarà in stazione, dove troveranno posto 300 nuove bici, monopattini e e-bike.
L’idea del Comune è che più diventa semplice spostarsi con mezzi alternativi alle auto più gli utenti sono invogliati dalla possibilità di percorrere in bici il tragitto casa-lavoro, scuola-lavoro o anche gli spostamenti quotidiani per la spesa, in modo economico, senza nemmeno dover acquistare il mezzo. Da qui la necessità di creare una vera e propria rete studiata e immaginata per questo mezzo. —
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