Morire in palestra a diciott’anni. Quello che sappiamo della tragedia del giovane Edo

Edoardo Zattin è uscito di casa salutando la mamma alle 18.30 del 22 febbraio. Non ha più fatto ritorno. Lo ha ucciso un colpo ricevuto durante l’allenamento “senza contatto”. Un pugno talmente forte e violento da fratturargli il cranio. Ma nessuno dei presenti lo ha visto. Il papà sconvolto parla di “omertà”

Ugo Dinello
Un allenamento di boxe con casco protettivo obbligatorio e Edoardo "Edo" Zattin, morto il 24 febbraio in palestra durante un allenamento al combattimento senza contatto fisico
Un allenamento di boxe con casco protettivo obbligatorio e Edoardo "Edo" Zattin, morto il 24 febbraio in palestra durante un allenamento al combattimento senza contatto fisico

Sono le 18.25 del 22 febbraio. È un mercoledì e un ragazzo si prepara a uscire di casa con un borsone sulle spalle. «Ciao mamma, vado». «Ok ciao Edo a

Articolo Premium

Questo articolo è riservato agli abbonati.

Accedi con username e password se hai già un abbonamento.

Scopri tutte le offerte di abbonamento sul nostro shop.Shop

Non hai un account? Registrati ora.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova