Dalle favelas all’Arsenale di Venezia: spunta il murale di Kobra sull’emergenza climatica

L’opera è ospitata all’interno dello Spazio Thetis, dedicato all’arte contemporanea. È un invito a riflettere sul dopo Mose e sulle sfide della città

Maria Ducoli
Il murale di Kobra all’interno degli spazi Thetis all’Arsenale
Il murale di Kobra all’interno degli spazi Thetis all’Arsenale

Il primo murale di Venezia è un grido contro l’emergenza climatica. Una sveglia, per ricordare che il tempo a disposizione è poco. Un appello alle coscienze.

A firmare l’opera è Eduardo Kobra, pittore brasiliano cresciuto nelle favelas, che all’arte si è accostato come autodidatta, fino a trasformarla in una vera e propria professione, che l’ha portato a diventare uno degli street artisti più affermati sulla scena internazionale.

Il murale, che si estende per ben 80 metri quadrati, ha trovato casa all’Arsenale, negli spazi di Thetis, realizzando così a tutti gli effetti un incontro tra arte urbana e patrimonio storico.

Il murale

Il monunento ai Tetarchi avvolto da una geometria di colori, che si barcamenano nelle loro imprese dovendo fare i conti con l’acqua che le sfiora, le rallenta, imponendo loro altri ritmi, altre soluzioni.

L’opera di Kobra è una metafora dell’emergenza climatica, dell’innalzamento del livello del mare. Problematica con cui Venezia si troverà inevitabilmente ad avere a che fare, nel prossimo futuro.

«Naturalmente la prima idea che viene in mente è quella degli episodi di acqua alta che si verificano a Venezia. Ma dobbiamo anche pensare a come i cambiamenti climatici stiano causando frequenti inondazioni in tutto il mondo», ha spiegato l’artista nell’illustrare il suo lavoro.

«Le principali istituzioni culturali veneziane sono quasi con l’acqua alla gola», commenta la curatrice, Antonietta Grandesso, «sappiamo che il 2050 sarà una data strategica per il Mose, anche con la presenza di questo murale, Thetis vorrebbe diventare un punto strategico di osservazione del fenomeno», aggiunge, sottolineando il trait d’union veneziano tra il lavoro di Kobra e le sfide che la città si troverà ad affrontare in futuro.

«Colgo questa opportunità», ha aggiunto lo street artist, «per trasmettere il messaggio urgente che l’umanità deve prendersi più cura del pianeta. Mi riferisco all’inquinamento degli oceani, che si stanno trasformando in mari di plastica, e alla crescente frequenza delle inondazioni».

L’artista

Nato nella periferia di San Paolo nel 1975, è diventato uno degli artisti più famosi del mondo. Ha iniziato a esprimersi fin da adolescente, facendo graffiti sui muri della periferia di San Paolo. Recentemente è stato nominato ambasciatore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per un futuro più pulito.

Nel 2022 ha inaugurato un enorme murale di fronte alla sede delle Nazioni Unite a New York, che raffigura simbolicamente un pianeta ecologicamente sano che viene passato di padre in figlio, un invito a riflettere sull'eredità sostenibile che lasciamo alle generazioni future.

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