Nasce il patto tra Giordani e Lorenzoni
Coalizione Civica che ha ottenuto il 22,8% vota l’apparentamento con le liste della galassia Pd attestate al 29%

MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ARTURO LORENZONI EÂ SERGIO GIORDANI IN PIAZZA
PADOVA. Trascinata dal successo elettorale con il 22,8 per cento dei voti, Coalizione Civica di Arturo Lorenzoni ieri sera ha iniziato a votare l’apparentamento con Sergio Giordani. E saranno direttamente i due leader a definire gli accordi per la guida della città, mentre alle rispettive squadre è lasciato il compito di affrontare con entusiasmo l’«ultimo miglio»: quello che porta al ballottaggio del 25 giugno. Tirate le somme, chiuse le urne e rasserenati gli animi, il centrosinistra ha il 52 per cento e in termini assoluti conta su 51 mila voti contro i 39.400 di Massimo Bitonci, il sindaco della Lega in carica e costretto alle dimissioni per le liti con gli assessori. Il “laboratorio del centrosinistra” padovano riuscirà a fare un patto per vincere il ballottaggio o finirà per gettare al vento la vittoria? La votazione di Coalizione Civica si concluderà oggi, quando tutti gli iscritti avranno esercitato il diritto di voto. Ma il sì è scontato. «Dobbiamo lavorare senza perdere un attimo e costruire un’alleanza di area democratica molto larga, coinvolgere le persone sulla difesa dell’ambiente e lo stop al consumo di suolo». Al termine del dibattito è arrivato il via libera all’apparentamento tra le due coalizioni: il centrosinistra di Giordani e Lorenzoni contro il centrodestra di Bitonci. Sulla scheda elettorale il 25 giugno gli elettori del ballottaggio si troveranno le otto liste apparentate della nuova coalizione democratica a sostegno di Sergio Giordani, che spera di poter trionfare.
Ma qual è il modello politico di Coalizione Civica, la vera sorpresa del test elettorale? Due i punti di riferimento: da una parte il neo-municipalismo, la partecipazione civica, l’esempio di Barcellona, Madrid e Parigi. Dall’altra però c’è una sinistra che vuole dire la sua alle derive centriste e al neo-liberismo, padre delle “grandi coalizioni”. È il laboratorio di Coalizione civica che diventa esperienza nazionale. Quello a cui guarda tutta l’area che sta a sinistra del Pd: dai “bersaniani” delusi da Renzi, all’area progressista di Pisapia, via via sino a Rifondazione comunista. Anche perché la prima esperienza di Coalizione civica, quella bolognese dello scorso anno, non era andata tanto bene: il candidato sindaco Federico Martelloni aveva raccolto il 7%. Adesso Padova rappresenta il vero rilancio del progetto.
Merito però di una figura come quella di Arturo Lorenzoni. Il professore di Economia dell’energia all’Università di Padova non ha una provenienza partitica, né un’origine movimentista. È un intellettuale prestato alla politica che conta su un vasto bacino di relazioni professionali che gli derivano anche dalle sue esperienze sul campo. Oltre al mondo del rugby ha relazioni con il sociale attraverso la Fondazione Fontana di cui è presidente e dalle relazioni famigliari: la moglie Anna Soatto è tra i partner dello studio di commercialisti e avvocati Cortellazzo & Soatto, uno dei più apprezzati della città, che assiste numerose grandi imprese su vari livelli di attività.
La persona dunque, ma anche il progetto politico. A cui hanno fin da subito partecipato alcune realtà importanti. Il collegamento con il Pd lo ha realizzato ReteDem, cioè la corrente degli ex “civatiani” che però non ha seguito Civati fuori dal partito: a Padova sono rappresentati da Nicola Verdicchio, Enrico Scacco e Luciano Greco. Poi ci sono i civatiani di Possibile, con Carlo Alberto Lentola.
Una buona intesa si è stretta tra Sinistra Italia e Padova2020, lo dimostra il ticket tra Marta Nalin (tra i “vendoliani” assieme a Attilio Motta) e Nicola Rampazzo, anima dei 2020 e tra poco anche neo-papà. Tra gli ex di Fiore ci sono anche gli ex consiglieri comunali Roberto Marinello e Beatrice Dalla Barba.
In un secondo momento è arrivata anche l’adesione di Rifondazione comunista, che si compone dell’anima più politica rappresentata da Daniela Ruffini e Giuseppe Palomba, e di quella più movimentista legata al comitato per la Costituzione di Giuliana Beltrame. Così come necessariamente più tardi è arrivata l’adesione di Articolo1 - Mdp rappresentata dal consigliere regionale Piero Ruzzante e dal sindacalista Andrea Castagna.
(r.r.)
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