Nautica fuori dal tunnel della crisi

Ucina: contratti di leasing in crescita del 44%. A Nautilia la fiera dell’usato inaugura le vendite all’asta
Di Christian Benna

APRILIA MARITTIMA. La classe media prova a risalire in barca. Ma lo fa alla chetichella, timidamente e un po' incanutita (i pensionati sono i primi acquirenti di natanti) e ancora piena di paura ricordando tasse e gabelle sugli yacht approvate dal governo Monti. A parlare con i broker che in questi giorni (15-16 e 23-24-25 ottobre), alla 29esima edizione della Fiera dell'usato di Nautilia di Aprilia Marittima, stanno esponendo circa 300 modelli di imbarcazioni, dal fuoribordo a gommoni, natanti e motoryacht, tutte imbarcazioni comprese tra 8 e 15 metri, emerge un ritratto nuovo della nautica da diporto italiana. Per le associazioni di categoria, come Ucina, il mercato interno ha finalmente mollato gli ormeggi ed è ripartito con un aumento dei contratti di leasing del 44% nei primi 5 mesi del 2016, per un giro d'affari che in Italia vale quasi 3 miliardi di euro.

Negli ultimi anni il mercato dell'usato italiano ha risentito della crisi del “nuovo” ed è stato appannaggio quasi esclusivo di compratori esteri. «Austriaci, tedeschi, ma anche croati. E gli italiani che acquistavano portavano la barca all'estero», ammette Franco Gazzetta, titolare di Boat Import Export di Venezia. Ora ritorna a Nautilia il volto di qualche connazionale in più, con una forte presenza di veneti, e anche di altre regioni, fino alla Sicilia. «Ma dimentichiamoci il piccolo e medio artigiano che metteva sul piatto 100mila euro per una barca - continua Gazzetta. Oggi chi si rivolge a noi è il pensionato che acquista un piccolo fuoribordo da 5-6 mila euro, posto barca da 1.500 euro e se ne va a pescare».

A Nautilia ci sono anche pezzi pregiati come un motoscafo Riva completamente restaurato, e sono presenti modelli di marchi di lusso come Azimut Benetti, Montecarlo Yacht e Ferretti. Tuttavia gli occhi degli italiani sono puntati su barche più piccole. «Il 40% dei visitatori sono stranieri e sono quelli che hanno tenuto a galla il nostro settore durante la lunga stagione di crisi - spiega Eugenio Toso, il presidente dell'Ente Fiera Cantieri di Aprilia , che organizza la rassegna - quest'anno stiamo assistendo a un ritorno, seppure lento, degli italiani».

A Nautilia, negli anni buoni, si vendevano 160 barche l'anno, per un giro d'affari di 12 milioni di euro. Poi si è passati a più modesti risultati, meno della metà di quelle cifre, realizzate, peraltro grazie ai contanti di austriaci, tedeschi e dell'est Europa. Quest'anno Venezia, l'altra fiera dell'usato, in collaborazione con il salone nautico di Genova, non ha replicato la sua edizione. «Rimaniamo noi a tenere alta la passione per il mare - dice Eugenio Toso - e lo facciamo anche con diverse iniziative come la vendita all'asta che piace molto ai nostri visitatori. Va detto che la nascita della Rete Fvg delle marine, promossa a margine degli scavi dei canali compiuti dalla regione Friuli, farà tornare anche chi negli ultimi anni ha scelto le darsene slovene e della Croazia per fare nautica di diporto». Susi Faggiano è yacht manager e mediatore marittimo. «Avvertiamo una schiarita nel nostro settore. E anche in Fiera si respira un certo ottimismo. Ma per tornare ai livelli pre-cisi dobbiamo fare ancora molta strada».

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