'Ndrangheta in Veneto, trasferiti a Venezia gli atti relativi a sei imputati

Processo Bolognino, restano a Padova i capi di imputazione più gravi, come l'associazione a delinquere di stampo mafioso

PADOVA. Colpo di scena al processo Bolognino sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste tra le province di Padova, Vicenza, Venezia e Treviso in corso davanti al tribunale di Padova. Nuova eccezione di incompetenza territoriale sollevata dall’avvocato Domenico Riposati dopo la valanga di istanze sollevate nella prima udienza della scorsa settimana tutte respinte. Stavolta è andata diversamente: dopo due ore di camera di consiglio, l’eccezione è stata accolta.

Restano davanti al tribunale padovano (presidente il giudice Marina Ventura) i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso (tra gli imputati il boss Sergio Bolognino, già condannato nel processo Aemilia) ed estorsione a carico di otto imputati; tuttavia saranno trasferiti a Venezia per competenza territoriale gli atti per quanto riguarda sei imputati accusati a vario titolo di riciclaggio e falsa fatturazione.

Si tratta di Andrea Biasion di Campagna Lupia,  Ferdinando Carraro Bellunese di Fener di Alano di Piave, Renata Muzzati di Piove  di Sacco, Leonardo Nardella di Mendicino in Calabria, Patrizia Orlando vicentina di Tezze  sul brenta e Valter Zangari di Montecchio Emilia.

Sergio Bolognino risulta imputato anche di associazione a delinquere con l’aggravante di agevolazione dell’associazione mafiosa e di una serie di reati di riciclaggio, reati tutti ritenuti di competenza del tribunale lagunare: pertanto lui sarà imputato anche nel processo veneziano.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova