nel mondo tecnologico tra privacy e modernità
La protezione dei dati personali è la vera frontiera da difendere, il tesoro prezioso che fa gola alla criminalità che opera nella piazza virtuale, spinta da interessi di business e dalla volontà di limitare le libertà democratiche. Il messaggio è stato lanciato da una giornata di studi organizzata dal Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, e dal Gruppo Aziendale Privacy. I massimi esperti di diritto e tecnologie, si sono confrontati sul tema: “Privacy: Ruolo, responsabilità e controllo”. Tre i versanti di analisi affrontati. Giuridico: il nuovo regolamento europeo ha previsto l’introduzione di una figura, il Dpo, che ha come compito la tutela e il controllo dei dati personali.
Filosofico: l’introduzione delle tecnologie nella pratica terapeutica apre un orizzonte di rischio per il “corpo elettronico”, fatto di quelle informazioni che ci appartengono e che sono potenzialmente esposte al cyber-spionaggio. All’interrogativo etico, formulato dai pensatori dell’antichità: “cosa devo fare per essere uomo”, si aggiunge “cosa dobbiamo fare per essere uomini nel cyberspazio” in un contesto in cui non bastano più gli assi cartesiani per orientarsi, spazio e tempo infatti si intrecciano, facendo saltare ogni ipotesi di prevedibilità in un vorticoso incrocio segnato da incertezza e instabilità crescenti.
Alla liquidità ben delineata dagli studi di Bauman si è ormai sovrapposto un ulteriore tassello, la fragilità costitutiva dell’homo technologicus, sollecitato a governare reti e sistemi straordinariamente articolati. Strategico: se acquisiamo consapevolezza del “campo ibridato” entro cui siamo immersi, riconoscibile nella “nuova ontologia” del virtuale, che sta collocando, per la prima volta nella storia recente, la sanità al centro del discorso pubblico. In questo contesto la nuova figura del Dpo non potrà certo limitarsi a “controllare il traffico delle reti”, dovrà misurare gli impatti che strumenti sempre più sofisticati applicati alla medicina determineranno sui pazienti, favorendo l’emersione della responsabilità sociale, che nel caso dell’impresa sanitaria ha delle ricadute molto precise sulla salute di milioni di cittadini. Siamo proiettati nel territorio di neo-discipline, come il Brain-raiding, che introducono competenze e strumenti in grado di leggere il pensiero, e di interpretare la superficie, che credevamo insondabile, delle motivazioni profonde che animano il soggetto, fino a toccare il foro intimo della coscienza, da cui sgorga la sorgente dell’agire autonomo.
È evidente che il bilanciamento tra i diritti universali della libertà e della sicurezza sarà impresa ardua per ogni legislatore, il cui compito è quello di disegnare quel campo della norma, entro cui si costruiscono quelle relazioni sociali, che fanno comunità e che sono la base del nostro vivere civile. —
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