«Non ci sono state reazioni gravi ai vaccini: i no-vax ci riportano nel Medioevo»

La professoressa Muraro del Centro regionale Allergie fa parte del progetto europeo sul monitoraggio degli eventi avversi. «Dubbi legittimi, ci si rivolge ai medici per avere le corrette informazioni. Sul caso AstraZeneca, pessima comunicazione»
Antonella Muraro dirige il Centro regionale per lo studio e la cura delle allergie e delle intolleranze alimentari dell’Azienda Ospedale Università di Padova
Antonella Muraro dirige il Centro regionale per lo studio e la cura delle allergie e delle intolleranze alimentari dell’Azienda Ospedale Università di Padova

PADOVA. Il temporaneo ritiro precauzionale del vaccino AstraZeneca ha avuto come effetto quello di amplificare la diffidenza delle persone al punto che, quando è stato reintrodotto, in molti hanno rinunciato alla propria dose. E nel clima di diffidenza sguazzano le teorie complottiste di no vax e affini. «Persone che ci riportano nel Medioevo» dice la professoressa Antonella Muraro, che dirige il Centro regionale per lo studio e la cura delle allergie e delle intolleranze alimentari dell’Azienda Ospedale Università di Padova ed è in prima fila nello studio europeo che raccoglie e monitora le reazioni allergiche ai vaccini anti Covid.

Professoressa cosa può dirci del monitoraggio sulle reazioni ai vaccini?

«Il data manager dello studio al momento non ci ha segnalato alcun caso particolare di reazioni avverse. Cosa che del resto confermano le sezioni sulla farmaco-sorveglianza di Ema e Aifa. La verità è che c’è stato un grande problema di comunicazione. Ogni qual volta si pongano anche lontani dubbi di sicurezza su un farmaco, questo viene richiamato e sospeso, si fugano i dubbi e quindi procede di nuovo a utilizzarlo. È una modalità operativa standard, ma è stata fatta sembrare qualcosa di anomalo per AstraZeneca a causa della grande risonanza mediatica. Si è fatto ciò che andava fatto, seguendo la procedura per garantire la massima sicurezza ai cittadini, dimostrando che il sistema funziona».

Nessun dubbio su AstraZeneca?

«È sicuro ed efficace come gli altri vaccini. La regola del cento per cento non esiste per nessun vaccino e nessun farmaco. Ma proprio per questo è importante avere la storia dettagliata di ciascun soggetto, che viene rilevata con i questionari e l’anamnesi del medico. Il vaccino è un privilegio e va utilizzato: la malattia è peggio, molto peggio».

Nemmeno per le persone allergiche è un problema farlo?

«Vanno adottate le solite precauzioni, a partire da una sorveglianza più lunga per i soggetti che hanno avuto episodi di anafilassi. Chi soffre di un’allergia lo deve segnalare, ma tutti possono fare il vaccino. Uniche controindicazioni sono per le allergie alla molecola peg e al polisorbato presente nel Moderna, ma sono ultra rare».

Cosa direbbe a chi decide di rinunciare o rinviare il vaccino?

«Significa scegliere il concreto rischio di ammalarsi. Pur essendoci fattori di rischio noti, non c’è in realtà alcun fattore predittivo che identifichi il soggetto che svilupperà l’infezione in forma grave o leggera. Tutti i pazienti possono sviluppare la malattia nella forma peggiore. Il vaccino è l’unica vera arma, tanto più che anche chi dovesse ammalarsi in forma lieve, potrebbe infettare un soggetto più fragile».

Come ci si può orientare per una informazione corretta sui vaccini?

«C’è una grande circolazione di notizie non controllate, inappropriate, diffuse da soggetti che si auto qualificano come facenti parte di chissà quali board internazionali. E le persone non sono sempre in grado di distinguere un’informazione scientifica seria. Quindi bisogna informarsi nelle sedi opportune: banalmente la stessa Aifa ha una sezione domande e risposte sui vaccini (www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-covid-19) che chiunque può consultare. In caso di dubbi si chiede al proprio medico, non si rinuncia al vaccino, si va e si fanno le domande ai medici».

Cosa pensa dei no vax?

«Io credo appartengano al periodo delle streghe, ci riportano al Medioevo. Esistono in tutta la storia dell’umanità periodi di oscurantismo, dettati da incomprensioni o fanatismi. Sono persone che rifiutano di vedere la realtà in maniera critica e razionale. I no vax sono fuori da una dimensione temporale moderna e contemporanea. Per loro ci vuole un giro nei reparti di Terapia intensiva dove di Covid si muore. E non lo dico come provocazione. Devono guardare in faccia la malattia di cui negano l’esistenza o la gravità, solo dopo possono dire di fare una scelta razionale, obiettiva ed equilibrata, decidere se la disgrazia è il vaccino o la malattia».

Ritiene che la campagna di vaccinazione sia destinata a rallentare ulteriormente?

«Spero di no, all’inizio ero preoccupata che sarebbe successo, le defezioni le abbiamo viste del resto, ma siamo di fronte a un grande sforzo di buona volontà operosa, io sento tanti che il vaccino lo vogliono fare. Credo che saremo in grado di dare la giusta accelerazione: dubbi e titubanze restano legittimi, ed è compito di noi medici dare tutte le informazioni, chiare e complete». —

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