Orlando: «Tre protocolli per tutto il bacino padano»

VENEZIA. C’è una brutta aria in giro, soprattutto nelle regioni del bacino padano. Lo sa anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, raggiunto dalla notizia del rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente ieri mattina mentre era a Venezia con il governatore Luca Zaia, per parlare di altri inquinanti, quelli dei terreni dell’area industriale di Porto Marghera. Ministro, l’Italia del Nord è tra le aree più inquinate d’Italia, che fa il governo? «È un problema di cui abbiamo consapevolezza» spiega Orlando «e sul quale stiamo lavorando da tempo». «Entro la fine di ottobre convocherò un incontro con le regioni del bacino padano per firmare alcuni protocolli per una prima tranche di interventi che hanno come obiettivo la riduzione delle emissioni di inquinanti nell’aria».
Tre sono gli ambiti principali sui quali si interverrà: «Trasporti, riscaldamento civile e agricoltura». I protocolli, dice il ministro, dovranno definire quali tipi di interventi dovranno essere adottati. Nell’incontro che si era tenuto a inizio settembre a Milano, con la partecipazione, oltre che del ministro dell’Ambiente, dei rappresentanti delle regioni Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e della provincia di Trento, era stata discussa, ad esempio, l’abbattimento di quello che era stato definito Eurotrash, l’inquinamento da traffico pesante fuorilegge, con maggiori controlli alle frontiere e l’introduzione di un bollino sul parabrezza - ipotesi quest’ultima sostenuta anche dalla Regione Veneto - a garanzia del rispetto ambientale. Nel vertice anti-smog che dovrà essere convocato entro la fine del mese, dovrà essere trovata una soluzione, aggiunge il ministro, «in accordo con le regioni, ma anche con il coinvolgimento delle università, per ciò che riguarda la ricerca e l’innovazione, e le grandi città, che più di altre soffrono dei problemi di inquinamento atmosferico». L’accordo di programma Stato-Regioni sarà declinato quindi in una serie di interventi che sul piano agricolo, ad esempio, potrebbe prevedere controlli più rigidi per gli impianti a bio-masse.
Per capire quindi se il piano e i buoni propositi si trasformeranno nei primi atti concreti bisognerà aspettare la fine del mese, con un interrogativo al quale manca ancora una risposta convincente. Chi ci mette i soldi? E quanti? Le Regioni già a settembre hanno fatto presente al ministro che il finanziamento degli interventi per un’aria più pulita non può ricadere solo sui loro bilanci, sempre più esigui. Qualcuno però si è già mosso, come la Regione Lombardia, che a inizio settembre ha approvato il Pria, il piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria, che pianifica la strategia anti-smog fino al 2020, data entro la quale la Regione prevede di ridurre le emissioni di polveri sottili (pm10) del 41%.
checcofurlan
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova