Padovanino, Tinello e Pepe Rossoirrompono sulla scena padovana
Il punto in provincia: tre nuovi ingressi e tante conferme
Cucina padovana in buona salute, anche se con una leggerissima flessione. Trenta ristoranti segnalati, uno in meno dell'anno scorso. Tre i nuovi ingressi, quattro le uscite di scena (di cui due tra i cosiddetti «etnici»). Padova a livello regionale rimane al terzo posto, a pari merito con Venezia (i cui 30 locali segnalati dalla guida sono per la metà ristoranti o trattorie del centro storico), e alle spalle di Vicenza (leader della regione con 51 locali segnalati) e di Verona (31 presenze). Seguono Treviso con 26 locali recensiti, Belluno con 13 e Rovigo con 3.
Va subito sgombrato il campo da equivoci: quest'anno Enzo Vizzari ha abbassato tutti i voti dal 15 in giù, per questo la guida non riporta come di consueto il punteggio dello scorso anno. Il curatore ha motivato questa scelta, che farà sicuramente arrabbiare i ristoratori, con la necessità di frenare la tendenza al rialzo costante dei voti da parte dei tanti ispettori della guida sparsi in tutta la penisola. Una tendenza che, a onore del vero, si verificava soprattutto al Sud. Quindi alla resa dei conti ci hanno rimesso tutte quelle zone, Veneto compreso, dove i giudizi di merito non sono mai stati espressi con «manica larga»...
Detto questo, passiamo alla classifica. Dietro alle «Calandre» spicca sempre l'altro locale degli Alajmo, «La Montecchia» di Selvazzano (15,5). Quindi al terzo posto un terzetto. «Il Baretto» di Albignasego, il tutto-pesce di classe gestito da Luciano Cesaro, è stato affiancato da «La Montanella» di Arquà Petrarca e dal «Sasso» di Castelnuovo di Teolo, due locali dei Colli Euganei gestiti rispettivamente dalla famiglia Borin e da Lucio Calaon che hanno in comune l'amore per la cucina del territorio. Seppur espressa con declinazioni e numeri diversi fra loro.
Segue a 13,5 il gruppo più numeroso di locali. Si va dal «Letizia» di Due Carrare gestito da un altro Cesaro, Aldo, al «Boccadoro» di Noventa Padovana di cui è chef-patron Renato Piovan. Dalla piccola ma linda «Tavernetta» di Fontanafredda di Cinto (gestita da Chiara ed Erwin Mazzagg), all'accogliente e molto veneto «Palazzino» di Galliera, condotto da Lucia Pavin. Quindi il «Caffè Pedrocchi» che in cucina vanta la presenza di Lorenzo Chillon e l'elegante «Meridiana» di Piove di Sacco. Che fa solo pesce come il pari grado «Alla Stella» di Tombolo. A 13,5 pure il «Montegrande» di Rovolon, fucina di iniziative, e la sorprendente «Tavolozza» di Torreglia. E anche l'intramontabile «Cappa d'Oro» di Stanghella (altro tutto-pesce). I tre nuovi ingressi sono l'Osteria «Padovanino» di Padova e «Il Tinello», due intimi locale del centro storico, e il provocatorio «Pepe Rosso» di Lissaro di Mestrino, locale dall'arredamento etno-chic che però in cucina affonda solide radici nella tradizione. Resistono i «sempreverdi» Bulesca di Rubano, Mario di Montegrotto, Dotto di Campagna di Ponte di Brenta e il Bosco di Saonara. Bene le enotavole: Angelo Rasi, Godenda, Perbacco (di Padova) e il Sapio di Este. Appena fuori provincia da nortare le new entry del «Posta» di Dolo e della «Busa» di San Martino di Venezze.
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