Palazzo della Ragione, un enorme bagno

Scatti-choc fra urina e montagne di rifiuti Piazza delle Erbe trasformata in discarica
PADOVA.
Il Palazzo della Ragione trasformato in un enorme vespasiano. Piazza delle Erbe in una discarica per la raccolta differenziata: vetro, lattine, bicchieri in plastica. Le saracinesche di bar e negozi in rastrelliere per biciclette. Il popolo degli spritz ha molta fantasia. Ma anche molta poca educazione. Immaginare che laddove decine e decine di persone urinano di notte, nello stesso luogo di giorno vendano salumi e fomaggi, beh, francamente fa un po' schifo.

Ma questo è meglio scriverlo sottovoce, per non passare per liberticidi. Anche se le immagini del reportage fotografico del mattino parlano da sole. Scatti senza scuse.

Il popolo degli spritz potrebbe ribattere che a causa del coprifuoco alcolico - deciso dal prefetto Paolo Padoin e dal sindaco Flavio Zanonato - che, di fatto, ha costretto i gestori di locali a chiudere quando ancora la piazza è piena di gente e dato che nel giro di un chilometro dalla piazza non c'è un locale aperto che sia uno (dunque non ci sono bagni, nemmeno quello pubblico dall'altra parte della fontana è accessibile), qualcuno che urina sotto i portici è quasi un dazio da pagare. Tesi difficile da sostenere. E' bastato girare attorno al Palazzo della Ragione mezz'ora per contare decine di persone impegnate a fare pipì sui cancelli chiusi che delimitano il Salone. Comunque sia, vedere il centro «spento» non è certo bello, ma una soluzione per non distruggere tutto va comunque trovata. Non è possibile che l'unico modo di divertirsi con gli amici sia stordirsi con l'alcol e poi lasciarsi andare. Sotto il Volto della Corda l'odore di urina alle due di notte era così forte da provocare conati. Senza contare che per passare da una parte all'altra più di qualcuno ha dovuto fare lo slalom per evitare di pestare i rigagnoli. O i cocci di bottiglie mandate in frantumi a pedate senza alcuna ragione. Tanto c'è chi spazza...


Mercoledì in piazza c'era un'atmosfera da Notte Bianca fuori stagione dopo mezzanotte. In auto si poteva arrivare fino al limite di piazza delle Erbe, giungendo da via San Canziano. In moto lo stesso. Per passare, poi, era meglio chiedere per favore, evitando così strisciate sull'auto e sputi non richiesti. Anche perché in giro (dall'una alle tre di notte) non s'è vista una divisa che sia una.

L'altra sera una colonna sonora di bonghi ha coperto le voci delle migliaia di giovani che si erano dati appuntamento per il rito dello spritz. Una moltitudine rinforzata dai proclami no global: «Dalle 20 alle... si vedrà. E' la risposta vitale alle politiche securitarie del pensiero unico», aveva detto Max Gallob, portavoce del Pedro, attaccando frontalmente il sindaco. Una protesta rumorosa contro il divieto di vendita di alcolici dalle 20 di ogni mercoledì, venerdì e sabato fino alle 6.30 successive, come applicazione dell'ordinanza del prefetto Paolo Padoin. Scattata dall'altro giorno per tutte le attività di vendita e somministrazione di bevande all'interno del «perimetro» che riguarda le piazze e il ghetto, ma anche il Portello e la zona di Ponte Molino.


Non s'è vista la jam session, ma fino alle 3 di notte (molti gli universitari a giudicare dalle centinaia di biciclette ammassate un po' dappertutto) quasi tutti i presenti hanno continuato a bere alcolici portati da casa o comperati prima delle 20. E poi ha gettare lattine vuote o bottiglie di vetro per terra. E la bellezza di vedere centinaia di giovani ritrovarsi in piazza a chiacchierare è stata immediatamente rovinata dalla mancanza di rispetto. Per gli altri e per i monumenti. E pei quei quattro cristi di ambulanti che alle tre e mezza di notte hanno cominciato ad arrivare per sistemare i loro banchi tra la sporcizia.
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