«Passati sopra il cadavere di mio marito»

L’accusa di Daniela, moglie di Giovanni Schiavon. Risponde Grigolin: «Atto che ci tutela, pronti a fare un passo indietro»
Di Carlo Bellotto
BARON PARTITA SOLIDARIETA' VIGONZA schiavon e marangon ass sport vigonza
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PADOVA. «Sono passati sopra il cadavere di mio marito, sono allibita e esterrefatta. Più addolorata per l'atto in sé che per i problemi che questa ingiunzione ci potrà portare».

Daniela, vedova di Giovanni Schiavon, l'imprenditore titolare di Eurostrade 90 di Vigonza suicidatosi a dicembre è ferita nell'animo. L'altro ieri è arrivata un'ingiunzione di pagamento del valore di 180.000 euro da parte della Superbeton di Nervesa della Battaglia per una fornitura di asfalto risalente all'inizio del 2011. «Con il titolare della Grigolin ci sentiamo quasi quotidianamente» aggiunge «Gli avevamo promesso che avremo pagato ma che dovevano aspettare. “Vi capisco non ci sono problemi” ci aveva detto con le lacrime agli occhi per la scomparsa di mio marito. Ed ora, ecco come si è comportato. Io avevo creduto nella sensibilità di una persona che invece non c’è stata. Non ci hanno nemmeno avvisato che arrivava l’ingiunzione. Sono indignata, pensano che io vada a fare la spesa con 180.000 euro nel portafogli? Chi ha questa liquidità al giorno d’oggi? Ci hanno davvero pugnalato alle spalle».

«L'ingiunzione alla ditta Eurostrade? Una procedura che dovevamo fare per tutelarci. Ma siamo pronti a compiere un passo indietro già lunedì se ci viene presentato un piano di rientro. Trovare una soluzione è possibile e siamo i primi a volerla cercare». Roberto Grigolin della Superbeton, creditore da Eurostrade di una fornitura da 180.000 euro, non ci sta a passare per un riscossore senza cuore e ribadisce che pure la sua azienda ha parecchi crediti e tutelarsi è un obbligo anche verso i suoi dipendenti. Ecco le sue ragioni. «L'ambiente nel quale stiamo lavorando è a dir poco problematico. Sacaim, Edilbasso sono solo due realtà, ma ce ne sono ben altre. I problemi legati alle riscossioni delle fatture, anche di importi molto elevati, sono all'ordine del giorno, il mondo dell'edilizia è in crisi. Il nostro passaggio per l'ingiunzione era obbligato per avere una posizione privilegiata in un possibile fallimento dell'Eurostrade. Ovvio che non vogliamo che sia la nostra ingiunzione a farli fallire. L'importante è che ci sia collaborazione e siamo disposti a trovare un'intesa che il nostro avvocato proverà a siglare già nelle prossime ore».

Sull’ingiunzione a Schiavon interviene anche Roberto Boschetto, presidente dell’Upa di Padova. «Quello che sta accadendo alle imprese padovane e più in generale del nord est è molto grave e preoccupante. La notizia che una ditta creditrice, con un'ingiunzione di pagamento, ha messo sull'orlo del fallimento l'azienda di Giovanni Schiavon, fa capire che ormai siamo al "si salvi chi può", senza regole e all'insegna dell'egoismo. Una deriva pericolosissima di fronte alla quale non possiamo rimanere inetti. Il pericolo è che muoia un sistema produttivo. Sarebbe la fine per il nostro territorio. D'altra parte non può essere diversamente, perché il primo ad abbandonare "la nave" nel momento del possibile naufragio, è stato chi doveva governarla. Il riferimento ovviamente allo Stato. Sullo specifico della vicenda della famiglia e dell'azienda Schiavon, chiedo che la situazione venga presa in carico da un "soggetto terzo" (la Camera di Commercio?) per cercare una soluzione».

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