Pdl, tessere false a Vicenza Roma smonta il caso
VENEZIA
La commissione d’esame del Pdl che vaglia a Roma le tessere contestate (sembra che i casi siano parecchi in giro per l’Italia) ha ascoltato i vicentini arrivati in ordine sparso e ripartiti senza salutarsi. Se fosse stato per loro, si facevano le idi di marzo prima di trovare un accordo. Invece la decisione è stata presa ed è ufficiale: 1) il congresso del Pdl vicentino si terrà regolarmente il 12 febbraio; 2) avrà uno svolgimento unitario, niente liste contrapposte; 3) il coordinatore provinciale sarà Sergio Berlato; 4) il gruppo di minoranza che lo osteggia, che fa capo all’ex ministro Galan e all’eurodeputata Lia Sartori, avrà il coordinatore cittadino; 5) la minoranza sarà garantita anche nel direttivo, composto di 30 persone, con una percentuale riservata di 6 posti su 15 nella lista bloccata; gli altri 15 verranno eletti con le preferenze. Nel direttivo cittadino, dove il coordinatore sarà espresso dalla componente Galan-Sartori, la proporzione nella lista bloccata sarà inversa: 9 posti a Galan-Sartori e 6 a Berlato, per consentire un minimo di possibilità di governo alla minoranza. Possibilità tutta da verificare, perché i componenti sono 30 come nel provinciale, 15 vengono eletti con le preferenze e la prevalenza di iscritti favorevoli a Berlato è schiacciante. Senza questi accorgimenti, manovrando sulle preferenze, l’eurodeputato ex An avrebbe rischiato di togliere qualunque spazio agli avversari.
Ha vinto Berlato, ha vinto la Sartori? Ha vinto di sicuro il buon senso, purtroppo romano e non veneto. A risolvere le cose hanno pensato Denis Verdini, Ignazio La Russa e Maurizio Lupi, nelle cui mani il coordinatore regionale Alberto Giorgetti e il suo vice Marino Zorzato avevano affidato il caso. Non ha vinto la Sartori, perché sosteneva la necessità di commissariare il partito e di non fare il congresso; in subordine, di fare il congresso ma con svolgimento unitario ed elezione del coordinatore da lei indicato. Su tre richieste ne ha portata a casa una, più una riserva indiana dove per lo meno le è consentito di esistere. Non era scontato, in un rapporto di elezione - che è di forza - e non più di cooptazione. Non è passata la delegittimazione di Berlato: le tessere non erano fasulle, il falsario torna brava persona. Non è passata neanche la versione degli ex forzisti di una scalata fatta ai loro danni dagli ex aennini, che hanno pescato iscritti dalle liste delle associazioni venatorie. Con Berlato ieri mattina a Roma c’erano anche ex forzisti come l’ex sindaco di Vicenza Enrico Hullweck o l’assessore provinciale Morena Martini. Con Lia Sartori invece il coordinatore uscente Pierantonio Zanettin e il consigliere regionale Costantino Toniolo. Ma non è passata neanche la richiesta di un ricorso ai probiviri per Galan e la Sartori, dopo le minacce di scioglimento del Pdl fatte sabato scorso a Trissino.
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