Penati, il liberista rigoroso che fustiga i vizi della finanza
PADOVA. Cosa ci fa un liberista della scuola di Chicago, che si è distinto per i duri attacchi all'intreccio di poteri tra finanza e politica, a capo di un’operazione di sistema voluta dalle stesse banche? Il dubbio può sorgere a guardare il profilo di Alessandro Penati, numero uno di Quaestio Sgr che gestisce il Fondo Atlante, diventato padrone (suo malgrado) di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Ma l’apparente contraddizione, più che mettere in dubbio le qualità del professionista, è sintomo della situazione straordinaria creatasi. Data la situazione, sarebbe stato difficile immaginare un altro al posto di Penati.
Nato a Milano 64 anni fa e laureatosi alla Bocconi, l'economista si è specializzato negli Stati Uniti e ha lavorato al centro studi del Fondo Monetario Internazionale, negli anni in cui il liberismo era una religione per l'organizzazione a Washington. Anche se Penati, a dire il vero, ha più volte sottolineato i rischi di un’eccessiva deregolamentazione dei mercati. Lo ha fatto nelle sue docenze universitarie, prima alla University of Pennsylvania, dove è entrato dopo un dottorato a Chicago, quindi al Fame di Ginevra, alla Bocconi, all’Università di Padova e alla Cattolica, dove insegna attualmente (corso di Scienze Bancarie). E non si è risparmiato nemmeno nell’attività di editorialista, iniziata con il Corriere della Sera (che ha lasciato dopo un articolo puntuto contro Mediobanca), quindi con Il Sole 24 Ore e infine Repubblica.
Penati ha esperienza come consulente di grandi istituzioni (dall'Ocse, all'Antitrust, dalla Consob al ministero del Tesoro) e gestore di patrimoni, con la Epsilon Associati Sgr, società da lui stesso fondata, specializzata nei metodi quantitativi.
Lasciata questa esperienza nel 2007, è approdato al gruppo Questio, del quale è presidente. Si tratta di una Sgr, specializzata in clientela istituzionale con attivi in gestione per circa 14 miliardi di euro. L'azionista principale è la Cariplo, presieduta da Giuseppe Guzzetti, il vero regista della nascita di Atlante.
È stato lui il primo a percepire l'urgenza del momento quando Unicredit ha iniziato a traballare per essersi spesa come garante unico dell'aumento di capitale della Popolare di Vicenza e a capire che occorreva un intervento di sistema.
A quel punto si è posta la necessità non solo di reperire fondi, ma anche di trovare un manager al quale affidare l'arduo compito di garantire gli aumenti di capitale degli istituti in maggiore difficoltà e far decollare il mercato nazionale dei non performing loan.
Chi chiamare senza correre il rischio di essere schiacciato dai sospetti di conflitti d'interesse, a fronte di un mercato nazionale della finanza che in buona parte resta un circolo autoreferenziale? A differenza di quel che si fa di solito in questi casi, non c'è stata la definizione di una rosa di nomi sulla quale procedere per esclusione, testando gli umori dei grandi protagonisti della finanza italiana. Guzzetti ha tirato fuori dal cilindro l’opzione di Penati, certo che nessuno avrebbe potuto obiettare sul suo nome.
«Qualche riserva», racconta una persona che ha seguito da vicino la nascita del Fondo Atlante, «è stata sollevata solo in merito al carattere di Penati, non proprio tra i più malleabili». Ma proprio questo tratto gli ha consentito di restare sempre fuori dai salotti buoni.
Dopo il lancio di Atlante e la decisione di interrompere la sua attività di editorialista per ragioni di opportunità, qualcuno ha sollevato dubbi di senso opposto: «Di colpo il fustigatore dei vizi della finanza italiana è entrato a far parte del sistema?». Ma è bastato l'invito al recente Festival dell'Economia organizzato a Trento per capire che nulla era cambiato.
Intervistato sulla lentezza di Unicredit nella scelta del nuovo ad, non si è trattenuto: «Non si è mai visto che in una banca a significato sistemico un amministratore delegato venga mandato via e non ci sia nessuno pronto a entrare. Andrebbero licenziati gli azionisti».
Un attacco senza risparmio alla banca che (con Intesa SanPaolo) è il principale socio di Atlante. In tempi fuori dall'ordinario, può succedere anche questo.
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