Perle veneziane Patrimonio Unesco: ecco chi sono le impiraresse

VENEZIA. Sedute nelle calli, infilavano le minuscole perline nei lunghi fili che poi riportavano a Murano, dove si fabbricavano nelle fornaci le conterie,perle di diversa dimensione e colore. Cantavano, parlavano e lavoravano, tanto da guadagnarsi un’indipendenza che poche donne avevano a fine Ottocento. Lavoro durissimo quello delle impiraresse (dal dialetto impirar, cioè, infilare) che iniziavano a lavorare da bambine e andavano avanti fino a quando occhi e mani non cedevano.
Ai tempi d’oro del vetro a Murano serviva manodopera per realizzare lunghi fili di perle che poi venivano utilizzate per creare oggetti di moda o arredamento. Le donne erano ideali per queste mansioni perché potevano lavorare da casa. Con il tempo le impiraresse si organizzarono in sindacati, celebre è lo sciopero a Venezia del 1904, quando le lavoratrici si ribellarono alle mistre, quelle che organizzavano e distribuivano il lavoro, accusate di tenersi troppi soldi.
Le impiraresse hanno lasciato un segno a Venezia e contribuito ad aprire la strada al lavoro delle perlere, le artigiane (oggi anche un lavoro praticato dagli uomini) che realizzano le perle a lume.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova