Piano faunistico-venatorio rivisto in meglio per Fimon
VICENZA
Presentato il “nuovo” (modificato, in realtà) Piano faunistico-venatorio regionale, le forze di opposizione in Consiglio regionale hanno di che brindare. «La presentazione degli emendamenti da parte della Giunta apre a modifiche che noi promuovevamo fin da agosto: l’aumento dei tempi e della semplificazione della domanda di esclusione dei propri terreni da quelli autorizzati all’attività venatoria, ma soprattutto alcune nuove aree ad oasi o zone di ripopolamento e cattura, che corrispondono a quanto abbiamo immediatamente presentato a settembre ai rappresentanti di maggioranza» spiega Cristina Guarda (Europa Verde).
Il riferimento è all’ampliamento della zona protetta del lago di Fimon (ad Arcugnano, nel Vicentino), marcia indietro dopo la riduzione che era stata decisa in un primo momento, riadattamento del vecchio Piano faunistico, atteso dal 2009. Spiegata con termini tecnici, verrà creata una nuova “Zrc”, zona di ripopolamento e cattura, per la felicità di residenti, consiglieri di minoranza e soprattutto volatili, che con il nuovo piano venatorio avrebbero rischiato di non passarsela molto bene. «Ma questo deve essere solo il primo passo per la riqualificazione e il rilancio dell’area» commenta Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio. Mentre, sempre all’interno del Pd, Andrea Zanoni parla di una «piccola ma significativa vittoria per il territorio vicentino, con la riduzione da parte della Regione della “sforbiciata” originaria e l’introduzione di una nuova zona di ripopolamento e cattura».
La questione è la seguente: nel Piano faunistico-venatorio regionale, così come era stato inizialmente formulato, era previsto il ridimensionamento della zona con divieto di caccia, comportando di riflesso un rischio più che concreto per la sopravvivenza degli uccelli acquatici che svernano nell’area, tra fossi e canali. Una decisione contro la quale si erano mossi anche i cittadini, con una raccolta di firme. Adesso il dietrofront, su pressione dell’opposizione in Consiglio.
A ricostruire l’iter è Zanoni: «Il nuovo piano era stato presentato a luglio, ma aveva alcuni profili di illegittimità. In particolare, la legge nazionale prevede che il minimo di territorio protetto in pianura sia il 20%, mentre in questo caso eravamo poco sopra del 18%. Un altro profilo di illegittimità riguarda il numero delle giornate di caccia».
Giovedì l’assessorato ha presentato in commissione emendamenti che recepiscono molte delle proposte dell’opposizione (che però non si accontenta e annuncia la richiesta di ulteriori adeguamenti). Tra queste, anche la sburocratizzazione per chiedere il divieto di caccia nel proprio terreno.
Gli emendamenti saranno approvati il 20 dicembre, poi il nuovo piano sarà portato in aula a gennaio: ultima data disponibile per il via libera definitivo, il 31 del mese.
«Da inizio legislatura abbiamo posto l’attenzione su questo sito, è stata anche approvata praticamente all’unanimità una nostra mozione per chiedere maggiori risorse e una progettualità certa, così da garantire un futuro al lago dei vicentini» sostiene Possamai. La battaglia accomuna le diverse forze di minoranza, che individuano nel Vicentino la provincia dove è urgente alzare la voce, perché «è la più sacrificata come superficie a oasi o ripopolamento e cattura». —
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