Pinarello: «Mi viene da piangere Hanno portato via una parte di me»

LE REAZIONI
«Una tragedia». Fausto Pinarello, executive president dell’omonima azienda, ricorre subito a parole forti, quando gli chiedi di commentare il furto dei 15 Bolidi ai Mondiali di Roubaix.
Una notizia dolorosa che scombussola uno degli anni più belli di sempre per l’azienda fondata dal capostipite Nani, capace di regalarsi il primo oro olimpico nell’inseguimento a squadre a Tokyo e il titolo mondiale nella stessa specialità a Roubaix dopo 24 anni (ossia dall'impresa azzurra del ’97 con le gloriose “Espada”).
Pinarello, la reazione alla notizia del furto?
«Mi viene da piangere. Il valore economico delle bici è secondario. Quelle vincenti, e qui parliamo di modelli che hanno conquistato l’oro olimpico e mondiale, non hanno prezzo. Sono pezzi unici. Diventano, in automatico, bici storiche. E il legame affettivo è fortissimo. Una notizia che ha scioccato tutti, a cominciare dalla squadra di ragazzi che lavora in fabbrica: un lungo e meticoloso lavoro andato in fumo».
Che destino avrebbero avuto quelle bici ?
«I modelli del quartetto erano destinati alla collezione personale, al mio piccolo museo. In modo da esporli nelle occasioni che contano. Pensate che quella di Ganna l’avevo portata, qualche settimana fa, in consiglio comunale a Treviso. Una tragedia, un grande dolore. Avrebbero potuto rubarmi tutto, ma non quelle bici. Come se avessero portato via una parte di me. Quei Bolidi significavano tanto: mi viene in mente il rapporto stretto con Filippo Ganna, che conosco da quand’era ragazzino. Sono bici che fai con il cuore».
Il valore delle bici?
«Ciascun Bolide sfiora i 30 mila euro. Solo la ruota posteriore costa 4-5 mila euro, per il manubrio in titanio sinterizzato siamo vicini ai 15 mila. E non dimenticate il lavoro che c’è dietro: le misurazioni, i manubri costruiti in 3D sull’impronta del corridore». Perché rubare i Bolidi?
«Incredibile, incomprensibile. Sono pezzi unici. Non sanno nemmeno cosa hanno rubato, non se ne fanno niente. Possono solo tenerli in camera. Se solo li portassero fuori, sarebbero subito riconoscibili. E se anche decidessero di riverniciarli, c'è comunque il codice a barre che rende ciascun pezzo facilmente identificabile. Ma tutto ciò è frustrante: il furto è avvenuto fra le 2 e le 5 del mattino, stavano per riportarle in Italia. No, furti di bici così importanti non mi erano mai capitati. In passato i ladri ci avevano fatto visita quattro volte in azienda, una volta pure nel negozio in centro. Ma non per prendere di mira pezzi unici, da collezione».
Una doccia gelata nel momento d’oro della pista azzurra.
«Siamo stati strepitosi. Abbiamo vinto tutto, dall’Olimpiade al Mondiale. Ma ci hanno rovinato la festa. E ora mi viene solo da piangere».
Purtroppo, non di gioia. Come per l’indimenticabile trionfo A Izu. —
M.T.
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