Più persone hanno straziato la neonata

Nuovi particolari dall’autopsia: la bimba dei fidanzatini, venuta alla luce in un bagno, accoltellata e sepolta in un campo
Di Giovanni Cagnassi
Foto Ferrari per Belluco, il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Camposampiero.
Foto Ferrari per Belluco, il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Camposampiero.

Batteva il cuoricino della bimba della coppia di fidanzatini uccisa dopo il parto segreto. Probabilmente la sua nascita non è stata neppure un aborto, spontaneo o indotto, anche perché il feto non era di sette mesi, ma prossimo al termine della gravidanza.

L’autopsia all’ospedale di Camposampiero, dunque, non è stata compiuta su un vero e proprio feto, ma su una vita già formata, forse addirittura appena nata, e sta rivelando scenari impressionanti. Il corpicino presentava numerose ferite, anche squarci profondi, inferte forse con un coltello ma comunque con un’arma bianca e affilata. Copiosa la perdita di sangue, avvenuta prima che la bimba fosse avvolta in una maglietta e portato alla impietosa sepoltura. Le varie ferite, quasi tutte mortali, potrebbero peraltro essere state inferte da più persone. Persino l’azione di tre mani diverse sarebbe compatibile con le risultanze dell’autopsia. Particolari che sono oggetto di indagine e valutazione dopo la relazione del medico legale, Antonello Cirnelli, alla Procura dei minori di Mestre.

Lo stesso procuratore capo Mansueto Crepaz, titolare dell’indagine, sarebbe in attesa del completamento degli accertamenti medico-legali per procedere con un cambio dell’accusa a carico della madre minorenne e di quelli che appaiono essere suoi complici: da procurato aborto a infanticidio. Potrebbe persino essere disposto l’esame radiologico del polso per verificare l’effettiva età della giovane.

Sono poi in corso esami tossicologici e istologici sui tessuti prelevati dal corpo della bimba per stabilirne l’età di gestazione (dai 3 mesi e mezzo o 4 dichiarati dai genitori agli almeno sette apparenti), la vitalità al momento della nascita, e per accertare se davvero la madre avesse assunto un farmaco per interrompere la gravidanza, che avrebbe avviato le contrazioni per espellere il feto, o se invece le contrazioni siano partite naturalmente e quindi un vero e proprio parto sia avvenuto. Si tratta di particolari essenziali ai fini dell’inchiesta. Se, come appare evidente dalla prima fase dell’autopsia, il cuore ha continuato a battere dopo il taglio del cordone ombelicale (che non era stato poi legato, e da cui è quindi uscito molto sangue) e la bambina ha respirato, è stato commesso un vero e proprio omicidio ed è stato poi occultato un cadavere.

Se invece il parto è stato indotto utilizzando in dosi massiccie un farmaco anti-ulcera prescritto o comunque acquistato nel Milanese dalla diciassettenne di Trebaseleghe e dal compagno diciottenne residente a Zero Branco, si è “solo” davanti a un aborto effettuato in violazione delle norme di legge. Lo stesso occultamento del corpicino, in una piccola buca scavata in un campo, costituisce reato se si trattava di un cadavere, semplice violazione amministrativa se invece era un feto.

C’è infine il reato di falso commesso dalla ragazza all’ospedale, quando mercoledì 18 si è presentata al pronto soccorso in preda a una forte emorragia conseguente al parto, dichiarando le generalità di un’amica maggiorenne di Piombino Dese ed esibendo la sua tessera sanitaria: l’amica sapeva tutto ed era quindi complice. Il giovane compagno ha ammesso di aver collaborato all’interramento del corpicino: è stato lui ad accompagnare i carabinieri e a consentire loro di recuperare i resti. La convinzione dei medici legali sembra essere che quella bambina sia vissuta, qualche secondo o qualche minuto, prima di essere uccisa in modo bestiale.

All’ospedale di Camposampiero, durante l’esame autoptico, ci sono state delle pause di alcuni minuti, dei momenti di riflessione silenziosa e profonda su un’esecuzione che al momento non trova giustificazione, tanto è stata efferata e priva di pietà. Tante coltellate, che evidenzierebbero un accanimento, una furia omicida.

Una mattanza inspiegabile su questo corpo che voleva nascere, vivere, e non ha potuto.

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