Piva ha formalizzato le dimissioni

Venti giorni per trovare nuovi equilibri a Rovigo: giovedì confronto in consiglio

ROVIGO. Venti giorni per capire se l’amministrazione municipale di Rovigo avrà un futuro o se il sindaco Bruno Piva confermerà la sua scelta di lasciare la guida dell’ente e di passare il testimone a un commissario.

Le dimissioni del primo cittadino polesano, preannunciate venerdì, sono state protocollate ieri. All’origine della decisione le tensioni sfociate nella bocciatura, da parte di una fetta della maggioranza, della delibera sulla vendita di Asm Set, (società che vende gas ed elettricità) ad Ascopiave. Già oggi Piva dovrebbe incontrare la folta conferenza dei capigruppo (Giacomo Sguotti del Pdl, Giuseppe Scaramozzino di Forza Italia, Antonello Contiero della Lega Nord, Simone Bedendo del Misto, Vanni Patrese della lista Bruno Piva sindaco, Flavio Gioachin della Federazione Moderati di centro, Nadia Romeo del Pd, Silvia Menon di Rovigo si ama, Barbara Businaro del Movimento Cinque Stelle, Giovanna Nalin di Idv-Sel e Matteo Masin). Giovedì sera, invece, si riunirà il consiglio comunale. Al parlamentino municipale il primo cittadino spiegherà le ragioni che l’hanno indotto a presentare le dimissioni.

Il sindaco Piva, insediatosi nel 2011, non pare intenzionato a varare nuove formule politiche, allargando il recinto della maggioranza con intese più o meno larghe.

L’obiettivo è comunque evitare il commissariamento del capoluogo polesano per dodici mesi. Un’ipotesi che lo stesso Piva ha definito una iattura.

«Spero ci sia la coscienza da parte delle forze di centrodestra», ha affermato Piva, «di capire l’importanza delle scelte che andranno a fare. Auspico che prevalga il senso di responsabilità verso i cittadini, rispetto ad appetiti personali». L’attuale esecutivo è stato varato nel 2012 dopo le dimissioni dei leghisti Monica Giordani e Franco Berti.

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