Ponte Morandi, bufera su Toscani Benetton si dissocia e lui si scusa

Un caso le parole del fotografo. Alessandro: «Da 30 anni sono indipendente dalla mia famiglia»
borghesi agenzia foto film villorba conferenza stampa oliviero toscani a fabrica
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Questa volta è il fuoco amico a colpire la famiglia Benetton. L’ultima uscita di Oliviero Toscani sul Ponte Morandi («Ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola») riaccende infatti le polemiche sul crollo che nell’agosto del 2018 costò la vita a 43 persone. Sul fotografo piovono critiche da ovunque, in primis dall’associazione dei familiari delle vittime che attacca: «Quarantatré morti innocenti per lui conteranno poco, ma per noi erano tutto».

E se da Ponzano, per tutta la giornata di ieri, non sono arrivate reazioni, a prendere le distanze da Toscani ci hanno pensato prima Alessandro Benetton, figlio di Luciano, e poi la società Autostrade, impegnata in una dura trattativa con il governo per non vedersi cancellata la concessione. «Non comprendiamo assolutamente le sue affermazioni», ha detto l’ad Roberto Tomasi, «è giusto ribadire che la tragedia del Morandi è stata e sarà sempre una tragedia gravissima e ingiustificabile, e che porteremo il dolore che ha causato dentro di noi per tutta la vita». «Mi dissocio fortemente dalle affermazioni fatte da Toscani», scrive invece Alessandro Benetton, «ho scelto quasi 30 anni fa di essere un imprenditore indipendente dalla mia famiglia. Ad eccezione di un brevissimo periodo mi sono sempre ed unicamente dedicato alla mia attività. E di questa vivere».

Sul fotografo si scatenano anche tutti gli schieramenti politici. Da Matteo Salvini («Spero che abbia un minimo di dignità per chiedere scusa») a Giorgia Meloni («Parole agghiaccianti») fino al movimento delle Sardine. Toscani infatti stava rispondendo ad una domanda sulla loro presenza al centro culturale Fabrica, immortalata da foto ricordo con Luciano Benetton. Nei giorni scorsi i fondatori del movimento erano arrivati perfino a scusarsi per essersi lasciati fotografare con Benetton, parlando prima di “ingenuità” e poi addirittura di un vero e proprio errore. E ieri hanno rincarato la dose: «Non vogliamo più che si strumentalizzi questa storia. Avevamo chiarito il motivo della nostra visita, ribadendo più volte che avevano chiesto di non pubblicare le foto essendo un altro il motivo della nostra presenza a Fabrica; chiediamo a Oliviero Toscani e Luciano Benetton di non strumentalizzare ulteriormente più questa vicenda che purtroppo grava su cicatrici ben più grandi».

Da parte sua Oliviero Toscani, che voci vicine a Ponzano danno come prossimo alla scadenza di contratto a Fabrica e con United Colors of Benetton, ha provato a mettere una pezza parlando prima di strumentalizzazioni e poi chiedendo scusa. «Mi dispiace che parole estrapolate e confuse possano far pensare una follia come quella che a me non interessi nulla del Ponte», ha scritto il fotografo, «a me come a tutti, quella tragedia interessa e indigna». E nella serata di ieri, dai microfoni di Radio Capital, è stato ancora più esplicito. «Sono distrutto umanamente. Si prende una frase estrapolata da qualcuno per il suo programma un po’ scandalistico, con questa comunicazione moderna che cerca il sensazionalismo. Non era quella l’intenzione», ha detto, «stavo spiegando che l’incontro a Fabrica aveva come tema principale la comunicazione e non si era parlato del ponte Morandi né della questione Autostrade e adesso mi ritrovo accusato in questo modo. Cosa posso fare? Mi posso solo scusare nel modo più profondo. Questo attacco non lo merito e se ci si potesse prendere a bastonate in radio, lo farei».

Affermazioni che però non placano le polemiche e che rischiano di costare caro anche alla famiglia di Ponzano. —



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