Prete-camionista, zuffa per le foto esclusive

Seconda giornata di lavoro piuttosto movimentata alle dipendenze della «Tognetto costruzioni»: discussioni e spintoni tra una tappa e l'altra. Nel giro di consegne don Sante era «scortato» dal suo manager in Maserati
CAMPIGLIA DEI BERICI. Persona sveglia don Sante Sguotti. Alla seconda giornata come autista della «Tognetto Costruzioni» di Campiglia dei Berici, l'ex parroco di Monterosso sospeso «a divinis» già viaggia nel camion da solo. Gli sono bastate otto ore di lezione del primo autista, Claudio Garzotto, per imparare a condurre lo Scania bianco attrezzato di braccio-gru con cui l'impresa edile fornisce quotidianamente il materiale edile ai dieci cantieri sparsi tra le province di Vicenza e Padova. Ma don Sante non è solo un bravo autista. Come sostiene il direttore della Difesa del popolo, don Cesare Contarini, è dotato di un'intelligenza superiore alla media. E lo ha dimostrato anche ieri mattina quando, nel suo tour per i cantieri, si è fatto «scortare» dalla fiammante Maserati sportiva del suo procuratore Francesco Chiesa Soprani, titolare di un'agenzia milanese di comunicazione che annovera nella suo scuderia showgirl, letterine, letteronze e meteorine come Elisabetta Gregoracci, Debora Salvalaggio, Miriana Trevisan e Katia Pedrotti. Una presenza, quella di Soprani, non casuale, visto che l'agente è arrivato apposta da Milano per tenere personalmente sotto controllo il suo «artista» e realizzare probabilmente un'«esclusiva» fotografica, in vista della promozione del libro del sacerdote, «Il mio amore non è peccato», che arriverà nelle librerie Mondadori il 13 novembre. Così com'era successo alcune settimane fa con le immagini di Tamara Vecil, la donna di cui don Sante è innamorato, pubblicate in esclusiva sul settimanale «Chi». Purtroppo a vanificare il piano di Soprani, quasi sicuramente concordato con don Sante, sono stati i fotografi di un'agenzia di Roma arrivati a Campiglia per vanificare l'«esclusiva» stessa. E non sono mancati i momenti di tensione.


La giornata del prete-camionista inizia presto. Alle 7.15 ha già lasciato, a bordo della sua Passat grigio chiaro, la casa di Lovertino. Nel rustico, dove vivono Tamara e il suo piccolo, restano accese le luci della cucina. Alle 7.30, dopo essersi incontrato con il procuratore, don Sante raggiunge il magazzino dell'impresa che si trova nella zona artigianale di Campiglia dei Berici. Giubbotto scuro e berrettino da baseball, il «don» cacciato da Monterosso si mette alla guida dell'autocarro e si dirige verso Noventa Vicentina. A rivelare l'itinerario della sua giornata di lavoro è il primo autista dell'impresa. «Oggi gira da solo, anzi no, lo segue un giornalista milanese (Chiesa Soprani ndr) con un macchinone - rivela Claudio Garzotto - Deve caricare del materiale edile in un magazzino di Noventa e portarlo nei nostri cantieri di via Liviana a Torreglia e di via Circuito Monterosso, vicino a dov'era parroco. Nel ritorno lo aspettano ad Albettone. Prima di sera dovrà caricare in un deposito di Saletto di Montagnana. Sono certo che ce la farà a completare il giro, è un ragazzo sveglio e dinamico». Al magazzino di ceramiche «Pellegrin», alle porte di Noventa Vicentina, prima tappa del giro, il camion della «Tognetto» guidato da don Sante arriva seguito dalla Maserati blu di Chiesa Soprani.


Dietro c'è la macchina dei fotografi romani. Appena questi ultimi si avvicinano alla cabina del mezzo per immortalare il prete al volante, il procuratore si mette di mezzo e cerca in tutti i modi di impedire che il suo «cliente» venga fotografato. «Non avete il consenso per fotografarlo, don Sante oggi ha bisogno di stare tranquillo, non voglio che venga disturbato, andatevene via», grida Soprani. Che si inalbera subito. La discussione degenera e c'è anche qualche spintone di troppo con un reporter romano che per fare uno scatto al prete alla guida dell'autocarro ha viaggiato tutta la notte. Don Sante, impassibile, attende che gli venga caricato l'autocarro e riparte alla volta di Luvigliano seguito a pochi metri dalla Maserati. Giunto all'incrocio che porta ad Agugliaro, il prete-camionista preferisce evitare la salita di Teolo e proseguire lungo la Riviera Berica per poi svoltare verso Bastia. Il percorso da quella parte è leggermente più lungo ma meno pericoloso per un mezzo pesante. In questo caso, nel cantiere di via Liviana, sotto lo sguardo vigile del manager, il sacerdote effettua la prima consegna. Prima di scendere dal mezzo si toglie il berrettino da baseball e si mette l'elmetto rosso. Lo show continua.

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