Primario senza laurea: pagherà 1,5 milioni

VENEZIA. Per quasi 40 anni un geometra ha vestito il camice di medico e ha lavorato in ospedale addirittura col titolo di primario. Lui che di titoli non aveva neppure quello di laurea. Lo ha fatto senza che nessuno si accorgesse del bluff, ingannando le aziende sanitarie presso cui ha prestato servizio e le pazienti che ha seguito nel corso del tempo.
Questa, perlomeno, l’accusa rivolta dalla magistratura penale ad Andrea Stampini, 57 anni, ferrarese di origine e bassanese di adozione, ginecologo a Bassano e a Dolo e in precedenza anche in Emilia e in Trentino.
In attesa delle sentenze dei tribunali di Venezia e di Vicenza davanti ai quali sono pendenti i processi a suo carico, è arrivato ora il conto dei giudici contabili.
Ed è un conto salatissimo: 1,5 milioni di euro da restituire alle casse pubbliche, a titolo di stipendi indebitamente percepiti.
La sentenza della Corte dei Conti del Veneto, depositata nelle scorse ore, è stata firmata dal giudice Guido Carlino che ha accolto le richieste del pm contabile Chiara Imposimato. L’uomo dovrà pertanto versare 1 milione 542 mila euro all’azienda sanitaria di Bassano (Pedemontana) e 39.616 euro a quella di Mirano (Serenissima).
Nel Vicentino Stampini ha lavorato per quasi 20 anni, dal 1997 al 2014, nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, arrivando a rivestire la carica di primario. Qui una giovane madre è morta dopo un cesareo e i familiari hanno chiesto i danni al presunto falso medico.
All’ospedale di Dolo Stampini è rimasto solo un anno, fino al giugno 2015, assunto dalla società Efds affidataria del servizio di guardia medica notturna nel reparto di Ostetricia e Ginecologia. E anche in questo caso è finito a processo, accusato di gravi e irreversibili lesioni provocate a un bimbo venuto alla luce nel nosocomio di Dolo.
Molteplici, dunque, i procedimenti giudiziari a suo carico. Rischi del mestiere? Forse, sempre che quello del medico sia stato davvero il mestiere di Stampini. Cosa che invece la Corte dei Conti ha escluso con la sentenza che gli impone la restituzione degli stipendi.
Lo ha fatto sulla base delle indagini dei Nas di Treviso che sono andati a frugare negli archivi universitari. Scoprendo che nell’anno accademico 1969/70 si era iscritto alla Facoltà di Matematica di Ferrara, migrando quasi immediatamente a quella di Medicina e Chirurgia dello stesso Ateneo dove ha sostenuto sette esami.
Nel ’74-’75 si è trasferito a Bologna dove però non ha dato alcun esame e dove è stato dichiarato decaduto otto anni dopo, nel marzo 1984. Il suo nome non compare negli elenchi dei laureati il 18 luglio 1977 (il giorno da lui indicato). C’è stato forse un errore nella registrazione della data?
I carabinieri hanno controllato gli elenchi cartacei dei laureati della sessione estiva e neppure in quelli figura il suo nome. Ma i Nas non si sono fermati: hanno passato al setaccio la seconda sessione del 1977 e via-via tutte quelle fino al 1980: di Stampini manco l’ombra.
Insomma a Bologna lui è un laureato fantasma. Eppure, per iscriversi all’Ordine dei Medici di Ferrara (da cui è stato depennato nel 2015) l’uomo ha presentato copia di un certificato di laurea attestata conforme da un notaio ferrarese. Falsa anche quella?
Un problema, in effetti, c’è: la data dell’attestazione (7 marzo 1978) è antecedente rispetto a quella del certificato stesso (2 giugno 1978). In sostanza il notaio avrebbe attestato un documento non ancora esistente. Stampini, da parte sua, si è sempre difeso sostenendo che lui la laurea ce l’ha e che la magistratura non ha le prove per dimostrare il contrario.
E ai microfoni delle “Iene”, lo scorso novembre, ha anche assicurato che nel caso risultasse la falsità dei suoi documenti, è pronto a restituire gli stipendi.
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