La protesta contro l’overtourism arriva a Venezia: «Le città non sono alberghi»
Dopo Barcellona, Milano e molte altre città, la rete contro la desertificazione sbarca in laguna: da piazzale Roma al Tronchetto tra slogan e striscioni. Sit in davanti nuove camere realizzate dal gruppo Hilton. Nel mirino anche il contributo d’accesso

«Le città non sono alberghi, fermare gli hotel significa lasciare spazio ai cittadini». Da Barcellona a Ibiza, passando per Genova, Milano, Napoli, Palermo, Rimini, Bilbao, Canarie, Cantabria, Donostia, Lisbona, Maiorca, Pamplona e Valencia, la protesta coordinata della rete Set - Sud Europa contro la desertificazione tocca anche Venezia, dove domenica 15 giugno gli attivisti di Ocio - osservatorio civico indipendente sulla casa e la residenzialità si sono dati appuntamento a piazzale Roma per poi marciare fino al Tronchetto, armati di striscione.
Il picchetto ha puntato alle nuove camere realizzate dal gruppo Hilton proprio ad Isola nova, nella più recente struttura ricettiva costruita nel centro storico, dove è in vigore la delibera blocca - alberghi che però lascia scoperti proprio gli spazi delle isole e del terminal intermodale.
«L’industria turistica si sta letteralmente mangiando le nostre città», hanno ribadito i manifestanti davanti all’hotel, «Mentre i profitti continuano a concentrarsi nelle mani di pochi, sono sempre più i cittadini a pagare il prezzo della trasformazione delle città in parchi giochi per turisti: prezzi delle case alle stelle, spazi pubblici sovraffollati e sempre più invivibili, lavoro precario e intermittente. A Venezia è in vigore dal 2017 la cosiddetta delibera blocca alberghi, ma oggi vogliamo denunciare che non è stato bloccato un bel niente, anzi. Dal 2017 ad oggi i posti letto complessivi nella città d’acqua sono aumentati di 16.953 unità (da 43.685 a 60.638). Solo qui al Tronchetto ha appena aperto un albergo da 648 posti letto, ma con le future aperture arriveremo a circa 1.500 posti letto in più in una delle poche aree che potevano essere destinate a nuovi servizi per la cittadinanza e che guarda caso è stata esclusa dall’ambito territoriale di applicazione della delibera».
Gli attivisti hanno affondato il colpo anche riguardo all’altro tema caldo della ricettività, quello delle strutture alternative extralberghiere: «Il blocco viene aggirato anche attraverso la costruzione di alberghi de facto in regime di locazione turistica. Interi edifici vengono ristrutturati per ricavare mini-appartamenti destinate alla locazione breve, come nel caso emblematico di Calle dei Guardiani: qui la Delta immobiliare ha rilevato un complesso - una volta di case popolari - e ha portato le unità immobiliari da 18 a 30, sfrattando l’ultima anziana inquilina».

Inevitabile, poi, l’attacco al contributo d’accesso: «Il Comune racconta ovunque della grandi misure contro l’overtourism, che si riducono a un grottesco e inutile biglietto di accesso alla città e all’immobilismo totale sul versante della limitazione delle locazioni turistiche. Eppure Venezia sarebbe l’unica città in Italia ad avere gli strumenti legislativi per intervenire)».
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