Civiche a sostegno di Manildo candidato per il dopo Zaia
Dai capoluoghi ai piccoli comuni il civismo veneto si organizza per sostenere la candidatura a presidente del Veneto dell’ex sindaco di Treviso

Con la convergenza nella candidatura di Giovanni Manildo alla carica di presidente
della Regione, continua ad ampliarsi la rete di realtà civiche progressiste che, da tutto il Veneto, si sta mettendo a disposizione di un progetto politico «unitario, concreto e radicato nei territori». La scelta condivisa dellʼex sindaco di Treviso, «figura capace di dare uno slancio progettuale innovativo e pragmatico vicino alle
esigenze reali dei veneti», scrivono le civica in una nota ufficiale, «ha spinto con ancor maggiore entusiasmo l’aggregazione della società civile attorno a questo progetto».
In queste settimane è in corso un’intensa attività di raccordo tra liste civiche, movimenti, amministratori e amministratrici locali, già attivi nelle comunità, che vedono
in questo percorso un’opportunità per valorizzare esperienze e visioni nate dal
confronto quotidiano con il territorio.
La rete civica progressista
«Quella in costruzione», sottoscrivono per la rete civica progressista Beatrice Verzè, (consigliera comunale Verona), Caterina Dozzo (consigliera comunale Treviso) e
Manuel Remonato (consigliere comunale Bassano Del Grappa), «è una rete civica plurale e generativa, che si ispira al metodo dell’amministrazione condivisa, alla prossimità e alla partecipazione. Una rete che riflette l’identità delle persone che la compongono: cittadine e cittadini, tra le quali molti volti giovani, già impegnati nelle amministrazioni locali, nei movimenti civici e nei percorsi di cittadinanza attiva. L’obiettivo non è sostituirsi ai partiti, ma lavorare in sinergia con essi, contribuendo a rinnovare metodi, linguaggi e priorità dell’azione politica».
E aggiungono: «Il progetto ha già coinvolto numerose realtà sia dai capoluoghi che dai comuni più piccoli, raccogliendo adesioni convinte e una base attiva molto ampia. Le diverse forze civiche, da tempo presenti e radicate nei territori, hanno deciso di spogliarsi delle loro sigle particolari per mettersi ora a disposizione di un percorso più ampio, portando in dote competenze, esperienze amministrative, metodo partecipativo e una spinta concreta al ricambio generazionale».
Assicurano particolare attenzione al fenomeno della migrazione giovanile: oltre
trentamila under 35 hanno lasciato il Veneto dal 2011, una perdita significativa di
energie, idee e competenze.
«La rete intende contribuire a costruire un Veneto che dia a queste persone motivi per tornare e non essere costrette ad andarsene. Un territorio capace di offrire opportunità reali non solo sotto il profilo economico e professionale, ma anche in termini sociali e culturali: accesso alla casa, sanità pubblica di qualità, trasporti pubblici efficienti».
Accanto a chi è partito, ci sono tante persone presenti nel territorio che stanno
decidendo di mettersi in gioco in prima persona.
«La rete», spiegano, «vuole essere uno spazio dove queste energie possano trovare voce e rappresentanza nelle politiche regionali, contribuendo a rinnovare una classe politica che sappia finalmente includere e valorizzare chi finora è rimasto ai margini del dibattito pubblico».
Sguardo nuovo, competenza amministrativa, attenzione al privato economico e
sociale, sottolineatura degli elementi e delle specificità territoriali, priorità di una
comunicazione propositiva anziché prettamente critica, chiarezza nei contenuti e
solidità nelle proposte programmatiche per rispondere ai bisogni e prospettive delle
cittadine e cittadini veneti: questi alcuni elementi che stanno caratterizzando il
percorso intrapreso.
Un progetto al di là delle elezioni
«Questa rete», chiudono, « non si vuole esaurire nellʼappuntamento elettorale, ma nasce con lʼambizione di costruire uno spazio politico stabile, inclusivo e duraturo, capace di incidere nella vita pubblica regionale anche oltre le elezioni. Un progetto che punta a radicarsi nel tempo, valorizzando le esperienze locali e sostenendo la costruzione di una nuova classe dirigente, capace di affrontare le sfide del presente e del futuro».
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