Rientro trionfale a Verona, tele rubate trattate da star

VERONA. È pomeriggio inoltrato quando la Dama delle Licnidi, dopo un forzato esilio durato 13 mesi, dopo giorni travagliati nascosta tra i cespugli delle fredde terre ucraine varca con sguardo fiero ma segnato dalle occhiaie, la soglia della sua dimora per tornare a dominare le nobili sale di Castelvecchio. Un rientro trionfale quello di ieri a Verona, per la dama di Rubens e per gli altri 16 quadri - Tintoretto e sua scuola, Mantegna, Pisanello, Bellini, Caroto, Jodo e Benini - trafugati il 19 novembre dello scorso anno dalla pinacoteca scaligera e ritrovati a maggio nella regione di Odessa, abbandonati tra la boscaglia.
VIDEO: RIECCO IL FANCIULLO CON DISEGNO
I dipinti sono stati consegnati all’Italia dal presidente ucraino Petro Poroshenko, imbarcati nel pomeriggio a Kiev su un volo di Stato e scortati dagli uomini che si sono battuti per recuperarli, chi con complesse indagini che hanno svelato il traffico internazionale e portato in cella i ladri, chi con un sottile lavoro diplomatico dagli esiti tutt’altro che scontati. Tanto che un ultimo intoppo c’è stato anche ieri, tale da far slittare il rientro di due ore.

Ma, come in una favola di Natale, il lieto fine c’è stato e i maestri dell’arte italiana e internazionale sono atterrati alle 18.03 sulla pista del Catullo insieme al ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini e al sindaco Flavio Tosi. A salutarne l’arrivo c’era tutta la città, rappresentata dalle sue istituzioni, una città che ha seguito emozionata lo spacchettamento della piccola tela cinquecentesca “Fanciullo con disegno” di Francesco Caroto nella sala stampa dell’aeroporto, mentre gli altri quadri hanno proseguito il viaggio verso il castello. E da questa mattina tutti i quadri saranno visibili per un mese, al prezzo di un euro in un’esposizione straordinaria; l’eco che la loro sparizione ha avuto fa prevedere un boom di visitatori nelle prossime settimane. «È una bella giornata per Verona e per l’Italia», ha detto il ministro Dario Franceschini appena sceso dall’aereo. «Sembrava tutto difficile e complicato, ma grazie un’azione investigativa importante condotta dai carabinieri, dalla polizia, dalla magistratura, le tele sono tornate». «Siamo felici», gli ha fatto eco il sindaco Tosi, «Vogliamo bene a queste opere d’arte. È stata una brutta storia che si è chiusa in tempi brevi rispetto a come solitamente vanno queste cose. C’è stata una splendida e felice cooperazione tra il governo del presidente Poroschenko e il governo italiano».
E nei giorni scorsi, a Castelvecchio, c’è stata grande attività per preparare degnamente il ritorno delle opere e per a renderle di nuovo fruibili: «Per noi è stato un anno molto pesante, una sorta di incubo, un brutto sogno e il risultato non era affatto scontato», ha sottolineato la direttrice del museo Margherita Bolla. «La città ha molto sofferto, per noi sono stati giorni difficilissimi», ha confermato Isabella di Canossa, degli Amici dei musei civici di Verona. E mentre il pm Gennaro Ottaviano, i carabinieri, la polizia spiegavano l’indagine che ha portato a individuare e a far condannare a 37 anni complessivi la banda di ladri, dal suo cavalletto allestito in aeroporto, il fanciullo del Caroto sorrideva felice alla folla.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova