Rifiuti: il Veneto dell'eccellenza e quello delle ecomafie

TREVISO. Un’economia legale e circolare: doppio obiettivo ambizioso, quello che caratterizzerà il primo forum veneto dei rifiuti, organizzato da Legambiente a Treviso lunedì 21 novembre con il patrocinio del Comune e di Arpav e la Tribuna nel ruolo di media partner.
Sarà un appuntamento importante, perché l’argomento è di grande attualità su più fronti e perché l’impostazione data al Forum è all’insegna del pragmatismo.
Best practice. Si parte la mattina (sessione dalle 9 alle 13) con un’analisi della gestione dei rifiuti in Veneto e delle cosiddette best practice, le esperienze virtuose dei territori. Poi ci sarà la presentazione del dossier sui cosiddetti comuni ricicloni: si consideri che il Veneto è regione leader per raccolta differenziata e recupero, con una media di soli 123 chili di rifiuto non riciclabile prodotto da ogni abitante.
I rifiuti del turismo. In questa prima sessione, introdotta al presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro, saranno presentati i dati Arpav (Lorena Franz) e il dossier Comuni ricicloni (Laura Brambilla) mentre il dibattito sarà dedicato all’impatto dei rifiuti nelle aree ad alta presenza turistica: ne discuteranno Stefano Ciafani (direttore Legambiente), l’assessore all’ambiente Giampaolo Bottacini, il direttore Arpa Nicola Dell’Acqua e Devis Casetta di Legambiente Veneto. Alle 12.15, la premiazione dei comuni ricicloni alla presenza del sottosegretario all’Ambiente, Barbara Degani.
Sei best practise a economia circolare. Il pomeriggio avrà due focus, rispettivamente sull’economia circolare e sulle ecomafie. Dalle 14.15, di scena le “pillole di esperienze virtuose”: sei casi di riulitizzo dei rifiuti e bioeconomia con i progetti di Prisca-Aim e Insieme onlus, Intec srl, Blupolymer, Fater spa, Sesa Spa e Mater Biotech spa.
Ecomafie. Dalle 15.30 alle 18 si parlerà invece di ecomafie. Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Treviso Massimo Sonego, che parlerà della legge del maggio 2015 sugli ecoreati. La successiva tavola rotonda moderata dal condirettore della Tribuna Paolo Cagnan affronterà il tema dell’illegalità con il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta Alessandro Bratti, il direttore di Legambiente Stefano Ciafani, il direttore Arpa Nicola Dell’Acqua, il presidente del CEAG Veneto Luca Tirapelle e rappresentanti del Noe dei carabinieri.
La differenziata. Il Veneto, che pure in passato aveva pianificato tre nuovi inceneritori, invece di puntare sugli impianti di smaltimento vecchio stile, ha scommesso sulla massimizzazione della raccolta differenziata, sul recupero dei materiali (anche difficili come i pannolini) e recupero energetico dal rifiuto organico. In dieci anni (dal 2006 al 2015) la produzione annua di rifiuto è scesa del 7% (da 2.359.33 tonnellate nel 2006 a 2.191.075t nel 2015), ma soprattutto, dato fondamentale, la produzione di rifiuto residuo a smaltimento è praticamente dimezzata pari a -49% (da 1.203.337 tonnellate del 2006 a 6060.869t del 2015).
Obiettivo Europa. Il dato di produzione di rifiuto pro capite destinato a smaltimento è stato nel 2015 mediamente di 123 kg/abitante; su questo pesano i rifiuti prodotti dal turismo. I Comuni che stanno sotto la soglia dei 100 kg/abitante anno, come prevedono i prossimi obiettivi Europei, sono l’83%, mentre quelli che si attestano al di sotto della soglia dei 75% prevista dalla classifica “Comuni rifiuti free” di Legambiente sono 215, pari al 37%.
Il porta a porta. “Le ragioni di questo successo nazionale – spiega Devis Casetta, referente Rifiuti Legambiente Veneto - vanno ricercate nel sistema di raccolta domiciliare porta a porta che è risultato responsabilizzante i cittadini, oltre che al sistema di tariffa puntuale del servizio, per cui chi più produce più paga. La percentuale di raccolta differenziata (al netto degli scarti) si attesta mediamente al di sopra del 70 per cento per i Comuni della Regione, fatta eccezione per i capoluoghi di Provincia che mediamente si fermano al 53 per cento.
Treviso e Belluno su tutti. Su quest’ultimo dato va precisato che i capoluoghi che hanno puntato sul sistema porta a porta su tutta la città hanno raggiunto punte di eccellenza come nei piccoli Comuni, con Treviso all’82% e Belluno 75,2% di differenziata; restano al palo invece le città di Verona e Padova al di sotto del 50%. I Comuni della provincia di Treviso, assieme a qualche Comune della Provincia di Belluno, occupano le prime 50 posizioni di “Comuni rifiuti free” con una RD ben al di sopra dell’80%.
Video. Luigi Lazzaro: la produzione dei rifiuti secchi è ancora troppo alta
Compost e biogas. Lo sviluppo dell’impiantistica, volta a valorizzare le frazioni merceologiche raccolte in maniera differenziata, ha consentito di creare una economia “quasi” circolare, in linea con il Piano d’azione dell’Unione Europea per l’economia circolare” – COM 2015(614). Su questo fronte l’impiantistica volta a recuperare la frazione organica risulta più che sufficiente a produrre compost, destinato all’agricoltura, e biogas, per la produzione di energia elettrica e biometano.
Il secco residuo. Sul fronte del secco non riciclabile, in alcuni Bacini viene avviato a smaltimento in discarica o incenerimento, mentre in altri Bacini viene avviato ad impianti per la produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario) destinato a valorizzazione energetica. La collocazione del CSS non trova però spazio in Regione ma presso cementifici all’estero; su questo fronte quindi la chiusura del ciclo non risulta completa.
Il dossier. Leggi o scarica qui sotto l'ultimo rapporto rifiuti urbani di Arpav
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