Rovigo, bimba nacque disabile «Dottoresse negligenti»

ROVIGO. «Le condotte professionali di entrambe le imputate sono censurabili»: lo scrivono i giudici della Corte d’Appello (presidente Alessandro Apostoli Cappello) nelle motivazioni della sentenza...

ROVIGO. «Le condotte professionali di entrambe le imputate sono censurabili»: lo scrivono i giudici della Corte d’Appello (presidente Alessandro Apostoli Cappello) nelle motivazioni della sentenza con cui è stata riconosciuta la responsabilità penale delle ginecologhe Dina Paola Cisotto e Cristina Dibello, in servizio all’ospedale di Rovigo, pur essendo il reato prescritto, in relazione al caso di Eleonora Gavazzeni. La bambina è nata il 3 dicembre 2008 con una gravissima disabilità che per i giudici è dipesa dall’operato dei due medici.

Quanto alla dottoressa Dibello, scrivono i giudici, «la condotta deve ritenersi imprudente perché non ha attuato le cautele previste e necessarie per la tutela del feto, negligente in quanto ha posto in essere in autonomia decisionale la sospensione del monitoraggio, e imperita in quanto non ha compreso il significato del tracciato o, comunque, non ha ravvisato nell’interpretazione profili di criticità». E ancora «L’azione di una corretta e doverosa condotta avrebbe, con un elevato grado di probabilità prossimo alla certezza, evitato l’evento lesivo o almeno consentito di ridurre significativamente le conseguenze neurologiche della bimba».

In merito alla posizione della dottoressa Cisotto, i giudici d’appello chiariscono che «La condotta professionale appare sicuramente negligente e in palese violazione delle linee guida per aver posto in essere vani tentativi di parto per via naturale con l’uso della ventosa, in un momento in cui il tracciato cardiotocografico ormai richiedeva il tempestivo intervento con taglio cesareo». Concludono i giudici, sostenendo il nesso di causa tra la condotta negligente e le lesioni, che «Un corretto e tempestivo intervento (anche riducendo di pochi minuti l’attesa) avrebbe avuto l’effetto di contenere l’aggravamento». Nelle scorse settimane, dopo la notifica dell’atto di precetto da parte dell’avvocato Mario Cicchetti, che rappresenta la famiglia Gavazzeni, le ginecologhe e l’Usl Polesana hanno versato in solido i 250mila euro di provvisionale. A settimane arriverà la sentenza della causa civile.

Rubina Bon

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