Salin fondò la Dynamic Jeans di Campodoro
CAMPODORO. Un grande dolore per la tragedia in mare a Rimini: fra le vittime ce n’è una che ha legami con Padova. Il suo nome è Ernesto Salin, che come pure l’ex socio Giancarlo Bigotto, è inevitabilmente legato al marchio Take Two, brand di Dynamic Jeans Manifatture, azienda di abbigliamento di Campodoro cessata nel 2013. I due l'avevano fatta nascere 40 anni fa, mettendo insieme competenze e risorse. Ed erano riusciti a creare un colosso che aveva dato lavoro a 200 dipendenti con un indotto di altre 400 persone. Poi arrivò la crisi, lunga e inesorabile. Fecero di tutto per salvare l'azienda, ma dopo quattro anni di tentativi dovettero cederla. Nel 2013 la Dynamic Jeans chiuse i battenti, ma il marchio no. Quello c'è ancora, nonostante tutto. E porta sempre il nome dei due soci, anche se uno ora non c'è più. «Ho preso un colpo quando ho sentito il nome girare per i telegiornali», confessa l'ex socio Giancarlo Bigotto, che era amministratore delegato della Dynamic Jeans. «È stato un fulmine a ciel sereno. Sapevo della sua passione per la barca ma ho sperato fino in fondo non si trattasse di lui. Poi ho cominciato a ricevere le telefonate degli amici e lì ho avuto la tragica conferma. Sono davvero addolorato. Con Ernesto ho condiviso per quasi 40 anni l'attività lavorativa che avevamo creato. Era una persona riservata. Si lavorava per l'azienda, non ci si dava confidenza, ma c’era rispetto reciproco. . Quando l'attività è cessata ci siamo persi di vista, ognuno è andato per la sua strada, ma fin prima si lavorava fianco a fianco».
Come imprenditore riservato e allo stesso tempo sensibile, lo ricordano anche i dipendenti: «Nonostante le cose stessero precipitando, non ha mai smesso di dimostrarsi attento ai problemi delle famiglie che subivano i contraccolpi della crisi». Non era l'imprenditore d'immagine, ma lavorava con tenacia dietro le quinte. «Avevamo creato, gradualmente e un po' alla volta un prodotto di qualità» racconta l'ex socio, da qualche anno anche lui trasferito a Camisano vicentino. «Da zero abbiamo messo in piedi un capannone di 6.000 metri quadri. Era una delle migliori aziende del Veneto, tecnologicamente all'avanguardia. Nel 2005-2006 avevamo registrato il successo, poi è arrivata la crisi».
Tra i superstiti, è molo conosciuto Luca Nicolis, 39 anni, general manager e conosciuto oste della rinomata Antica Bottega del Vino in via Scudo di Francia a Verona. L’altro sopravvissuto è il dottor Carlo Calvelli, 69 anni, otorinolaringoiatra al Policlinico Borgo Roma di Verona nonché docente universitario.
Paola Pilotto
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova