Salvini denunciato per istigazione all'odio razziale da 5 cittadini trevigiani

TREVISO. Una denuncia nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in cui si ipotizza il reato di istigazione all'odio razziale (legge Mancino), aggravata dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione, è stata presentata da alcuni cittadini alla Procura della Repubblica di Treviso. Per i firmatari il reato si sarebbe consumato attraverso una serie di affermazioni pubbliche rese dal ministro - tra giugno e luglio - tra le quali citano: «per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare».
Nella denuncia si evidenzia che le dichiarazioni del ministro Salvini avrebbero prodotto inoltre su internet decine di «commenti xenofobi e razzisti».
«Le affermazioni del Ministro, singolarmente e complessivamente considerate - rilevano i firmatari della denuncia -, hanno travalicato scientemente il limite del legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero previsto dall'art. 21 della Costituzione, e non sono pertanto tutelate dalla libertà d'espressione».

I cinque firmatari provengono dal mondo dell'associazionismo trevigiano: Luigi Calesso, Gabriella Casagrande, Said Chaibi, Marta Cassano e Renato Zanivan. Solo Chaibi, ex consigliere nella maggioranza comunale dell'allora sindaco Giovanni Manildo, candidato sindaco (non eletto) alle ultime comunali di "Sinistra per Treviso", e Zanivan, ex segretario cittadino di Sel, hanno un passato di politica attiva. «Non siamo contro la libertà di opinione - dice Calesso -, ma riteniamo che certe espressioni privino quella degli altri e favoriscano l'odio e un certo rischio sociale».
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