San Benedetto acquisisce la friulana Acqua Paradiso «Investiremo 10 milioni»

Gli stabilimenti di Pocenia chiusi dal 2017 a causa del fallimento  della emiliana Unibread  Il presidente Enrico Zoppas «Ripartiremo tra tre mesi» 

udine

Risorge l’Acqua Paradiso. La nuova vita della fonte che si origina dalle Prealpi Carniche la si deve alla San Benedetto di Scorzé (Venezia) che ha acquisito gli stabilimenti a Pocenia (Udine), fermi dal 2017 a causa del fallimento dell’emiliana Unibread della famiglia Tedesco.

La società li aveva presi in gestione quando nel 2015 il gruppo Gabeca aveva manifestato l’intenzione di abbandonare l’attività dando in affitto il ramo d’azienda. Proprietario dello stabilimento era la famiglia Gavana, che, allora, di fronte alla decisione del Tribunale di Reggio Emilia, ritenne di non voler riprendere le attività. A quel punto, non essendo stati trovati sul mercato altri acquirenti interessati al marchio, i 24 dipendenti persero il lavoro e gli impianti furono fermati.

Ora questo stabilimento riaprirà sotto la denominazione Pocenia Srl e una nuova etichetta targata San Benedetto, «Ma anche con il brand Paradiso» anticipa Enrico Zoppas, presidente e ad del gruppo di beverage veneziano.

«Da poco abbiamo firmato l’accordo e siamo entrati - prosegue l’imprenditore- abbiamo fatto le verifiche tecniche di valutazione dell’impiantistica anche in termini di sicurezza, per quanto riguarda il sistema idrico è in buono stato, queste sono acque preziose e in linea con i nostri standard». Il pulsante start sarà premuto presto prosegue: «Pensiamo di poter essere operativi in tre/quattro mesi almeno con una prima linea e di proseguire con il piano di investimenti. Abbiamo pianificato un investimento nella rimessa a sistema degli impianti nell’ordine dei 10 milioni di euro. A regime saranno impiegate almeno 30 persone più tutto l’indotto della logistica».

Le quattro fonti interne alla tenuta, Corte Paradiso, Pocenia, Annia e Torsa, sono protette dagli agenti inquinanti grazie a strati di argilla spessi 70 metri. Le acque sono ricche di calcio e magnesio perché attraversano rocce piene di calcite e dolomite, mentre il profilo geologico del sottosuolo le protegge da possibili rischi di inquinamento. Lo stabilimento di Pocenia comprende quattro impianti all’avanguardia, che aveva una capacità oraria complessiva di circa 90.000 bottiglie, in grado di confezionare una variegata tipologia di formati.

L’acquisizione di San Benedetto segue la strategia, attuata nel 2019, di diversificazione delle fonti . «Il nostro Progetto Network- riprende Zoppas- è un segmento fondamentale del nostro disegno di sostenibilità, che è composto di tante parti, tra cui appunto quello dell’utilizzo razionale delle risorse naturali, che prevede quindi la distribuzione più vicina ai consumatori ed ai territori». Oltre a quelle friulane l’azienda conta, infatti, su altre 5 fonti che servono tutto il territorio italiano: Scorzé (Venezia), Popoli (Pescara), Donato (Biella), Nepi (Viterbo), Viggianello (Potenza) e Atella (Potenza). Con il Progetto Network San Benedetto ha ridotto l'incidenza dei trasporti evitando che venissero percorsi 35.876 chilometri su gomma e ha risparmiato nel 2020 l'emissione di 23.221 tonnellate di CO2.

Il gruppo distribuisce ogni anno 4,6 miliardi di bottiglie conta oltre 2100 dipendenti ha ricavi per 780 milioni di euro e la presenza in 100 paesi nel mondo. —





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