Sanitopoli a Occhiobello, l’inchiesta si allarga al 2008

L’inchiesta sugli indebiti rimborsi incassati nel triennio 2005-2007 dalla clinica "S.Maria Maddalena" di Occhiobello, finita sotto sequestro preventivo, si allarga alla contabilità del 2008. Spunta il decimo indagato: è il padovano Vinicio Melina  
ROVIGO.
L’inchiesta sugli indebiti rimborsi per 8.400.000 euro incassati nel triennio 2005-2007 dalla clinica privata convenzionata «S.Maria Maddalena» di Occhiobello, finita sotto sequestro preventivo su ordine della magistratura, si allarga alla contabilità del 2008.


Da un controllo a campione su 16 cartelle cliniche, relative a quest’ultimo anno, solo due sono risultate regolari. E le altre? Tutte presentano errori nella codifica delle prestazioni eseguite, indicando DRG (raggruppamenti omogenei di diagnosi in base ai quali la Regione paga gli interventi svolti) del tutto inappropriati.


È l’ulteriore sviluppo dell’indagine sulla sanitopoli veneta coordinata dal pm di Rovigo Stefano Longhi e affidata ai carabinieri del Nas di Padova. Biopsie alla cute eseguite in ambulatorio erano registrate come erogate in regime di ricovero e quindi pagate di più. Alcuni interventi estetici come la blefarocalasi (caduta della palpebra), pur escluse dai livelli essenziali di assistenza, erano rimborsate figurando come interventi chirurgici.


Intanto è spuntato il nominativo del decimo indagato, il chirurgo Vinicio Melina, 55 anni di Padova, accusato di truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale con i colleghi Gilberto Pari; Daniele Vecchi; Piero Simoni; Pino Sergi; il presidente del consiglio di amministrazione Franco Pellegrini; l’amministratore delegato Vittorio Morello; il direttore sanitario Ettore Cichella; il primario Maurizio Faggioli e Igino Ruggeri.


Tutte le cartelle cliniche presentate dall’amministratore delegato Morello all’Usl 18 di Rovigo per il rimborso, con fondi regionali, sono risultate vidimate con un visto di congruità dall’allora responsabile del nucleo di controllo dell’ente sanitario Igino Ruggeri, promosso nel 2009 a coordinatore regionale per i controlli sanitari, ruolo dal quale si è dimesso in seguito al suo coinvolgimento nell’indagine.

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