Sepolto vivo sotto 5 metri di terra

L’orribile fine di Roberto Michielon, assessore di Pederobba al lavoro nel vigneto di Rebuli. Salvato il cugino Ivan
DeMarchi Valdobiadene recupero corpo morto
DeMarchi Valdobiadene recupero corpo morto

VALDOBBIADENE. Le speranze di salvare anche Roberto Michielon sono svanite quasi subito. L’uomo non ha mai dato segni di vita, e con lui non si è mai riusciti a stabilire un contatto vocale. I soccorritori hanno cercato, inizialmente, di calare un tubo per far passare l’aria, ma era difficile anche solo localizzare il corpo di Michielon, a quasi cinque metri di profondità. Ora spetterà agli inquirenti e allo Spisal ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, e accertare che tutte le condizioni di sicurezza siano state rispettate durante i lavori.

L’incubo alle 9. L’incubo inizia poco prima delle 9 del mattino, in via dei Bimbi, sull’appezzamento di proprietà di Rebuli. I due cugini Michielon sono i soli al lavoro sullo scavo (profondo quasi cinque metri) tra i filari di Prosecco. È un lavoro di sistemazione idraulica di routine, che molti viticoltori eseguono per eliminare l’acqua (e con essa, il rischio di frane) dai vigneti. Roberto è all’interno dello scavo, quando cede di schianto una delle pareti di terra che lo circondano. Ivan si rende conto subito della tragedia, e del pericolo per se stesso, e cerca di risalire in superficie per dare i soccorsi.

La seconda frana. La frana, però, non si è ancora fermata, e una seconda valanga di terra travolge anche lui, che resta cosciente e chiede aiuto. Sul posto arriva il proprietario del fondo, Stefano Rebuli, che prova a prestare i primi soccorsi. All’arrivo di Suem e vigili del fuoco, la situazione appare già disperata. L’unica speranza è che si sia creata una bolla d’aria, in grado di permettere a Roberto di respirare. Fin da subito, però, l’assenza di qualsiasi segno di vita da parte di quest’ultimo fa propendere tutti, personale sanitario e testimoni accorsi in via dei Bimbi, per la peggiore delle ipotesi. Alle 10, le strade di accesso a via dei Bimbi vengono chiuse, per facilitare l’arrivo e la partenza dei mezzi di soccorso.

I soccorsi. Ci sono i camion dei vigili del fuoco, l’auto medica del Suem, ma anche escavatori e trattori per rimuovere la terra che tiene intrappolati i due corpi. Verso le 11 arrivano anche i sindaci di Valdobbiadene, Bernardino Zambon, e Pederobba, Raffaele Baratto. Entrambi, sono sconvolti: «Una sciagura» riesce solo a dire il primo, mentre Baratto è in ansia per il suo assessore. Si siede accanto al papà, Ermanno Michielon, a pochi passi dalla buca maledetta. E più passano i minuti, più le speranze affievoliscono.

I rilievi dello Spisal. Per l’intera mattinata, i tecnici dello Spisal effettuano i rilievi necessari alle indagini, e interrogano il proprietario del fondo. Arrivano anche i compagni di lista di Michielon: ricordano che Roberto, quella sera, avrebbe dovuto presenziare a uno degli ultimi incontri pre elettorali. E che lo avevano visto la sera prima, rideva e scherzava, era carico per la sfida che lo attendeva.

Ivan è salvo. A Ivan Michielon, intanto, viene fatta indossare una mascherina per l’ossigeno. Dopo essere stato tratto in salvo, viene trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Treviso, non in pericolo di vita. Quando è chiaro che per il cugino non c’è più niente da fare, il sindaco Baratto si allontana dal sito assieme al papà della vittima. Torneranno poco dopo, assieme alla mamma Anna, e alla sorella Virna, sconvolte dal dolore. I soccorritori terranno anche i famigliari lontano dal luogo della tragedia: troppo straziante il momento in cui, dopo cinque ore di lavoro, il corpo di Roberto riemerge finalmente alla luce, privo di vita. Sono le 14.30, e la folla di curiosi abbandona il luogo della tragedia assieme al carro funebre, che riconsegnerà la salma di Roberto all’abbraccio dei suoi cari. Poco dopo arriva sul posto il geologo Gino Lucchetta Proverà, per capire le cause della tragedia. (a.d.p.)

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