Servirebbe ai nostri giorni il coraggio delle “Piccole donne”

E' ancora nel 2020 “Piccole Donne”, il romanzo di Louisa May Alcott pubblicato nel 1868 in America, a uscire in una nuova versione cinematografica. E, ancora, riesce a emozionare, a coinvolgere le generazioni attraverso i personaggi di Meg, Jo, Beth e Amy, piccole donne per semplificarne i personaggi, ma in realtà autentiche figure di riferimento per tutte le epoche.
La storia è ambientata nell’America dell’800: in quel periodo storico c’è l’ingresso della psicanalisi, ma ci sono anche tutte le battaglie per l’uguaglianza. La Alcott incunea tutte le trasformazioni collettive in sistemi relazionali creando strutture soggettive care al romanzo, ma soprattutto rivoluziona l’idea di un’epoca, portando il lettore in una dinamica emotiva, psicologica e sociale.
La storia è anche l’interpretazione più aulica della rottura tra il vecchio e il nuovo: quello che rende attuali le “piccole donne” è la rinuncia al pensiero unico e all’impoverimento culturale e intellettuale in atto, perché possiamo trovare nelle quattro sorelle l’amore per la vita, un’idea progressista delle relazioni tra classi sociali, la rinuncia alla passività e il trionfo della speranza senza quel moralismo buonista che è in atto nel nostro sistema collettivo. Il romanzo dà voce a tutte le disarmonie della crescita, dei processi educativi, degli ideali che coesistono tra adulti e adolescenti.
Le piccole donne di un romanzo ottocentesco sono ancora capaci di incidere nei sentimenti e nella rinascita di alcuni valori come l’umiltà, la coerenza di Jo, l’ingenuità, l’aiuto e la solidarietà, e soprattutto la capacità di far parte di un pensiero che rende l’individuo meno solo. Jo in realtà non è la figura di un femminile rivoluzionario: la sua è l’assoluta vittoria della coscienza, del sapere, della coerenza al di là di ogni opportunismo.
La figura apparentemente più marginale, ma estremamente importante nella dinamica della famiglia delle piccole donne è la figura materna, quella che indirizza, che dà fiducia, che carica di generosità verso l’altro; incarna l’attenzione verso i figli che è tutto ciò che manca nel nostro sistema sociale attuale. Ecco il segreto del successo delle piccole donne: il desiderio intatto dell’umanità di vedere ancora la luce, il buono, ma anche la possibilità di non avere paura della verità; un mondo dove esiste la malattia, dove c’è l’ipocrisia, la paura, la solitudine, ma anche il coraggio e il successo.
All’umanità va ridata, in fondo, la possibilità di vedere la realtà per quella che è, senza l’ossessione del politically correct; e serve la capacità di capire che sono le scelte personali e i comportamenti soggettivi, a determinare anche quelli collettivi.
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