Sfregio all’Ossario di Bassano La polizia: matrice estremista

BASSANO DEL GRAPPA. L’altra notte ignoti hanno imbrattato con alcune scritte i pannelli fotografici esterni del Tempio Ossario di Bassano del Grappa, uno dei luoghi simbolo del territorio sacrario che custodisce i resti di oltre 5 mila caduti nel primo conflitto mondiale e che per i veneti assurge a simbolo dei sacrifici e dei lutti della Grande Guerra. Due gli slogan che risultano leggibili e che l’amministrazione comunale provvederà a cancellare; la prima diceva «Potere a destra, potere a sinistra, chi è al potere è sempre fascista» mentre nel secondo si poteva leggere «Bassano antifascista». Un altro cartello, sempre di matrice politica, è stato appeso al Ponte degli Alpini ma poi rimosso, prima dell’intervento delle forze dell’ordine. Indagini da parte della polizia che mantiene il più stretto riserbo, ma tali episodi potrebbe essere collegati al corteo del «Circolo Tondelli» previsto ieri pomeriggio per dire sì alle unioni civili e la contromanifestazione di Forza Nuova. «Con questi gesti», spiega il sindaco di Bassano Riccardo Poletto «è stata violata la sacralità di un luogo simbolo della nostra città e di tutta Italia. Questa è un’offesa rivolta a quanti hanno dato la vita per il nostro Paese e a quanti ogni giorno si impegnano affinché le nostre comunità possano vivere in democrazia e in pace. Condanniamo fermamente queste azioni e per il 29 maggio, giornata del Tricolore, ridaremo tutti insieme dignità alla zona tributando il doveroso omaggio alle migliaia di vittime che in questo luogo riposano».
Lo definisce «un gesto infamante e offensivo verso un luogo sacro alla memoria e all’identità dei veneti, che merita una punizione esemplare» Luca Zaia «mi auguro che siano subito individuati, con la collaborazione di tutti, i responsabili di un atto così spregevole e sconsiderato, che umilia i sentimenti di sacrale rispetto verso chi ha dato la vita per difendere la nostra terra e la libertà e avvilisce quanti continuano oggi a impegnarsi per una società più giusta, plurale e democratica».
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