Sit-in degli studenti a Venezia contro la Donazzan

VENEZIA. Sit-in a Venezia organizzato dalla rete degli studenti medi del Veneto per protestare contro la circolare Donazzan che chiedeva ai presidi di stimolare la "dissociazione" dei musulmani dai fatti di Parigi.
"Si è concluso poco fa il sit-in, con più di duecento partecipanti, a Venezia, contro la circolare inviata una settimana fa dall'assessore Donazzan a tutte le scuole - recita un comunicato degli organizzatori -. Tante parole offensive e che incitano al razzismo, tra cui una frase che ha già fatto il giro d'Italia: 'Se non si può dire che non tutti gli islamici sono terroristi, è evidente che tutti i terroristi sono islamici e che molta violenza viene giustificata in nome di una appartenenza religiosa e culturale ben precisa".
Tommy Ruzzante, Portavoce della Rete degli Studenti Medi del Veneto, dichiara: «Fatti come questi non devono più accadere: il Veneto che vogliamo è un altro e non ha paura della multiculturalità. Dopo la strage di Parigi, l'assessore Donazzan ha usato parole d'odio, noi qui oggi, invece, abbiamo dato una risposta collettiva e di speranza».
Alessandro Asmundo, Coordinatore di Studenti Per - UDU Padova, aggiunge: «Oggi eravamo in duecento persone, appartenenti ad associazioni, a partiti e a sindacati diversi. Abbiamo esposto le nostre bandiere, dei cartelli, delle vignette, uno striscione. Abbiamo sottoscritto un appello lanciato dalla Rete degli Studenti Medi del Veneto. Abbiamo portato in piazza le nostre storie, alcune intersecate, altre distanti per esperienze e per luoghi di vita. Ma oggi come non mai abbiamo anche dimostrato che siamo uniti nella condanna di una politica basata sul xenofobia e razzismo, portata avanti solo per interessi politici e per fare campagna elettorale. Le Scuole e le Università - conclude Asmundo - devono essere luoghi aperti, in cui tutti gli studenti sono uguali a prescindere dal colore della loro pelle, dalla loro religione e dal loro orientamento sessuale. Noi non ci stiamo. Per questo è ora che la Regione ci ascolti e che l'assessore si scusi, una volta per tutte».
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