Slovacchia, nuova frontiera dei Giardino

La famiglia veronese vi ha aperto diverse attività, un’azienda anche dei Nicoscia colpiti in Veneto da interdittiva antimafia
epa06566813 Police officers secure the crime site where Slovak journalist Jan Kuciak was found shot dead together with his girlfriend Martina in Velka Maca near Bratislava, Slovakia, 26 February 2018. The 27-year-old reporter was working for the Slovak news website actuality.sk and specializing on topics of tax evasion. Police suspect that the killing is linked to his investigations. EPA/MICHAL SMRCOK
epa06566813 Police officers secure the crime site where Slovak journalist Jan Kuciak was found shot dead together with his girlfriend Martina in Velka Maca near Bratislava, Slovakia, 26 February 2018. The 27-year-old reporter was working for the Slovak news website actuality.sk and specializing on topics of tax evasion. Police suspect that the killing is linked to his investigations. EPA/MICHAL SMRCOK

VERONA. L’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak ha aperto uno squarcio sugli interessi economici dei gruppi criminali in quel Paese dell’est Europa. E anche dal Veneto si allungano da parte di famiglie da anni sotto le lenti d’ingrandimento degli investigatori antimafia, reti d’interessi verso la Slovacchia. In particolare la famiglia Giardino, originaria di Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone e residente nel Veronese dagli anni ’90 vanta attività economiche a Bratislava e dintorni.

L’esponente più carismatico della numerosa famiglia, Alfonso, condannato a tre anni di carcere nel 2016 per estorsione, detiene, dall’aprile 2012, la Agency Contact Sk proprio nella capitale Bratislava. Il fratello Vincenzo, condannato, nel 2015 in primo grado, per evasione fiscale ad un anno e sei mesi, amministra invece la Comercial Contact s.r.o. , recentemente trasferita a Bratislava e prima con sede legale nella città di Trenčianska Teplá. Vincenzo è marito di Melissa Manoli amministratrice della New World Construction una delle aziende di punta della famiglia specializzata in lavori ferroviari. E proprio in lavori ferroviari è specializzata l’azienda Ferrovia SK amministrata, dal 2015, da Saverio Nicoscia con sede legale a Bratislava allo stesso indirizzo della Agency Contact sk di Alfonso Giardino. Saverio è padre di Daniel Nicoscia amministratore della Nicofer, altra impresa specializzata in armamento ferroviario e colpita nel giugno del 2017 da interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Verona. I Nicoscia sono residenti nel Mantovano, ma le loro attività economiche gravitano nel Veronese e spesso s’intrecciano con quelle dei Giardino. Il matrimonio di Annarosa – sorella di Alfonso e Vincenzo e di altri sette tra fratelli e sorelle – residente a Mazzane di Sotto in provincia di Verona, con Francesco Nicoscia ha sancito l’alleanza tra le due famiglie originarie di Isola Capo Rizzuto. A Bratislava sembra replicarsi lo schema utilizzato nel Veronese dove le società delle due famiglie condivideva la stessa sede, a Sona nella zona del Lago di Garda.

Sulla Nicofer, amministrata da Daniel Nicoscia, il documento prefettizio è molto chiaro: «elementi di rilievo sono quindi risultati sia la fitta rete di attività economiche gestite – direttamente o indirettamente – dalla nota famiglia sia gli autonomi collegamenti parentali sussistenti tra questa ed altre ulteriori famiglie di origine calabresi invariabilmente riconducenti al bacino geo-criminale ascrivibile alle’ndrine di Isola di Capo Rizzuto (KR)».

D’altronde l’internazionalizzazione della attività delle mafie anche in Veneto è elemento assodato, e la posizione geografica della regione da questo punto di vista aiuta. È la stessa recente relazione della Commissione parlamentare antimafia ad annotare come tra i fattori attrattivi del Veneto nei confronti delle mafie vi sia «la posizione geografica, innanzitutto, che la colloca al centro di importanti vie di comunicazione e di infrastrutture». Per altro è noto che il leader del gruppo Aspide, Mario Crisci, ha effettuato diversi investimenti all’estero facendo base a Padova. Così come Ciro Cardo, cognato del boss camorrista Pietro Licciardi, residente per anni sul lago di Garda, che aveva forti interessi economici in Germania. I gruppi in vario modo insediati in Veneto mostrano una logica di comportamento extra-territoriale che segue le rotte internazionali dei traffici finanziari e delle merci.



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